Operazione Mafia Capitale, per il giudice Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo criminale la situazione è gravissima. «Se fosse vero quello che emerso saremmo alle prese con...
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dubitare della tenuta delle istituzioni che sembrano facilmente infiltrabili. È in pericolo il rapporto fiduciario tra il cittadino e le istituzioni. Sono 30 anni che la mafia e la ndrangheta hanno i comandi strategici al Nord. I soldi si fanno con la droga, le armi, la prostituzione ma anche con gli appalti pubblici. Dove c'è il potere e dove ci sono soldi che si spendono nel nome dell'interesse pubblico li c'è il pericolo di infiltrazioni della malavita.
E questo è quello che è successo a Roma».
Così - rende noto l'emittente - al Gr di Tele Radio Stereo 92.7.
Lo stesso magistrato, intervenendo a Radio Città Futura, ha aggiunto: «Emerge un quadro inquietante, damettersi le mani nei capelli. Necessaria una sana indignazione, mettersi a spalare e cominciare a ricostruire da subito». Per il magistrato-scrittore «è necessario e urgente che la parte sana della politica si tolga la maschera dell'attendismo e della convenienza e scenda in campo in maniera prepotente. Sono stanco - ha proseguito - di vedere le elezioni disertate le urne vuote ed i i professionisti del rastrellamento dei voti che si
prendono la torta».
De Cataldo ha infine commentato la richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale di Roma avanzata dal Movimento 5 Stelle: «richiesta legittima dal punto di vista di una forza politica, ma che giudico azzardata. Per uno scioglimento per mafia sarebbe necessario un controllo sull'attività dell'attuale amministrazione, che
stando anche alle peggiori interpretazioni, sembrerebbe non esserci stata. E poi, se vogliono ricamare - ha concluso - credo che molti dei problemi del sindaco Marino, anche di immagine, gli derivano dall'essere finito nel mirino di poteri che lui pare stia cercando di combattere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero