Mafia Capitale, «Buzzi chi?»: i non ricordo dei testimoni eccellenti

Mafia Capitale, «Buzzi chi?»: i non ricordo dei testimoni eccellenti
L'ultimo è stato Luigi Nieri, ex vicesindaco di Ignazio Marino, già esponente di Sel, dimissionario per necessità quando la bufera Mafia capitale si è abbattuta sul...

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L'ultimo è stato Luigi Nieri, ex vicesindaco di Ignazio Marino, già esponente di Sel, dimissionario per necessità quando la bufera Mafia capitale si è abbattuta sul Campidoglio. Ieri, seduto al banco dei testimoni al maxi processo, ha recitato una serie di non so e non ricordo, che adesso rischiano di farlo finire sotto accusa. Ma l'elenco degli smemorati illustri, citati nelle intercettazioni di Buzzi e Carminati, che entrano in aula come testi ed escono da indagati, si allunga ogni giorno. Politici e burocrati che, dopo avere tentato di negare incontri, conversazioni e messaggi con gli imputati, sono messi alle strette dalle domande incalzanti del pm Luca Tescaroli e si trasformano in protagonisti di una scena imbarazzante.


L'IMBARAZZO
Dalla deputata del Pd Micaela Campana, moglie dell'ex assessore Daniele Ozzimo, primo politico condannato, al garante per i detenuti Angiolo Marroni, protagonista di una testimonianza contraddittoria, poi la senatrice (sempre Pd) Daniela Valentini.
Qualcuno, come il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il suo ex capo di Gabinetto Maurizio Venafro, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere evitando ogni rischio: un diritto per due ex indagati. Ma nella lista di nomi che alla fine del processo sarà trasmessa alla procura con un'ipotesi di falsa testimonianza ci sono anche burocrati e affiliati alla politica, da Riccardo Solfanelli, ex capo di Gabinetto del vice sindaco (con Alemanno) Sveva Belviso, all'ex ragioniere generale del Comune di Roma Maurizio Salvi.
Per Micaela Campana interviene anche il presidente Rosanna Ianniello: «Le ripeto per la quarta volta, mentire sotto giuramento è un reato molto grave». Ma il mantra per tutta la deposizione è «non ricordo». La responsabile nazionale del Pd per il Welfare che chiedeva a Buzzi di finanziare le cene elettorali di Matteo Renzi, fornendogli l'iban del Partito democratico, ha continuato a negare incontri e contatti. «Perché fissò un incontro tra il sottosegretario agli Interni Bubbico e Buzzi?» le chiede il pm Tescaroli in udienza. «Fu lui a chiedermelo, ma non so di cosa dovessero parlare» replica la deputata. «Mi faccia capire chiede la presidente del tribunale lei fissa un incontro col sottosegretario Bubbico a Buzzi solo perché lui glielo aveva chiesto, senza conoscere il motivo di tale richiesta?». «Non ricordo», ripete l'esponente democratica. In mezzo anche la richiesta al ras delle coop di occuparsi del trasloco del cognato. Un'altra circostanza dimenticata.

IL REPORT

Anche la posizione di Angiolo Marroni, ex garante per i detenuti, da sempre vicino al Pd, sarà valutata dalla procura. Marroni pensava di avere già finito, stava per lasciare l'aula ed è stato costretto a sedersi di nuovo. Tescaroli gli ha chiesto se avesse mai informato Buzzi, preoccupato che l'ex ad (e alemanniano di ferro) dell'Eur Spa Riccardo Mancini finito in cella nel 2013 potesse parlare con i pm, sulla tenuta del detenuto. Risposta secca: «Assolutamente no». E così l'accusa ha letto i brogliacci di quelle conversazioni mai trascritte. Buzzi che chiede, Marroni che lo rassicura e il re delle coop che riferisce a Carminati.
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Il Messaggero