Colto da malore in un boschetto a Maccarese manda una foto del posto con il cellulare alla protezione civile di Fiumicino che lo rintraccia e con il supporto del 118 viene...
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Tutto ha inizio con una confusa telefonata ricevuta dal figlio, che stava operando nella sede della protezione di via Moschini a Fiumicino città, in cui Mauro, con un filo di voce, lancia un sos: “Sto male… non mi posso muovere… manda qualcuno”. Poi cade la linea e non è più possibile rintracciarlo. Per fortuna dopo lunghi minuti di attesa arriva una foto, sempre via cellulare, del luogo in cui si trova l’uomo con allegato un messaggio di tre parole: “carote, culpo, cuore”. Un rompicapo risolto dall’attenta riflessione di Alfredo Diorio, delegato del sindaco alla Protezione civile. «Grazie al piano di protezione civile e alle aerofotogrammetrie del territorio – precisa Diorio – abbiamo individuato il posto collegandolo all’azienda agricola che produce “carote” di proprietà della famiglia “Culpo”. Sulla parola “cuore” abbiamo dedotto che fosse in corso un infarto.
SCATTANO LE RICERCHE
Nella ricerca è stato coinvolto il consigliere comunale Giuseppe Pavinato che conosce bene le realtà agricole di Maccarese e, in base ai suoi suggerimenti, scoperta la zona di viale Monti dell’Ara, dove ci ha poi condotto». Nel boschetto dove era andato Zoppi, alla ricerca di asparagi, si sono precitate due squadre della protezione civile, tre auto dei carabinieri della stazione di Fregene e la polizia locale. E’ iniziata la frenetica ricerca tra la boscaglia e sul culmine di una duna, da dove aveva scattato la foto del luogo, veniva ritrovato il 54enne in difficoltà respiratoria e in evidente stato confusionale.
Il personale del 118 ha dovuto sostare su viale Monti dell’Ara e i sanitari percorso un centinaio di metri tra le sterpaglie per portare le prime cure. Quindi è stato caricato su una barella e condotto all’ambulanza che ha poi raggiunto l’ospedale sulla via Aurelia. «Ringrazio quanti hanno collaborato al mio difficoltoso ritrovamento – precisa Mauro Zoppi, che dopo una serie di accertamenti è stato dimesso dall’ospedale romano – in particolare ai volontari della protezione civile. Quando sarò nella condizione di muovermi intendo recarmi nella loro sede per abbracciare questi angeli che mi hanno permesso di poter raccontare quanto accaduto oggi. Grazie a tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero