ROMA Si stringono attorno alla deputata romana Roberta Lombardi i parlamentari M5S. E come spesso accade si esprimono per antitesi: elogi a una per smarcarsi dall'altra. La...
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L'INTERVENTO
Una nutrita truppa di parlamentari rende l'onore delle armi all'arci nemica di Virginia Raggi, a colei cioè che per prima sollevò il sospetto che la sindaca non si attenesse scrupolosamente ai principi del M5S. Oggi Lombardi festeggia un compleanno importante: i dieci anni di attivismo. La deputata ha cominciato nel 2007 (la sindaca tre anni dopo) a rimboccarsi le maniche e ieri ha passato in rassegna «anni di banchetti, discussioni sulla rete e dal vivo, manifestazioni, organizzazione di eventi, preparazione di comunicati, incontri, scontri, riappacificazioni, sfide». Lombardi cerca di rianimare il M5S romano: «Occorre non dimenticare mai da dove siamo venuti, restare tra la gente, continuare la vita di sempre, frequentare le piazze e stare nei meetup, lavorare in condivisione». A occhio e croce è tutto ciò che secondo lei manca a Raggi.
IL DUELLO E I TEMPI
«Quello che non ti uccide, ti fortifica. E io sono ancora viva scrive Lombardi - Forse più viva che mai». Viva e sopravvissuta alle chat intercettate dalla procura in cui Virginia Raggi confessa chiaramente di non sopportare la deputata romana. Ma la cosa, vista dal punto di vista dei parlamentari, è reciproca.
Da settembre almeno, dalle dimissioni di Raineri e Minenna, si contano sulle dita di una mano i sostegni pubblici dei parlamentari alla sindaca, colpevole di aver sterzato in direzione opposta al M5S. Al suo altare sono stati sacrificati il direttorio e il mini direttorio. Ma una cosa è certa: i parlamentari non aspetteranno la condanna e il processo di Raggi. Sarà sufficiente, se arriverà, il rinvio a giudizio per aprire una riflessione e chiedere di staccare la spina. «Avevamo poche regole ma essenziali e con Raggi sono saltate tutte» conferma un portavoce molto disilluso che segue gli sviluppi dell'inchiesta sulla sindaca con il fiato sospeso. «Virginia è un avvocato, è incredibile trovarsi in questa situazione» altra opinione che circola.
E poi c'è chi ai piani alti non si dà pace e ripete la domanda che fin dall'inizio non trova risposte: «Assurdo, tutti le dicevamo di liberarsi di Raffaele Marra, e ci troviamo ora un'indagine sulla promozione addirittura del fratello. Ci deve essere qualcosa che ancora non sappiamo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero