Roma, bufera M5S: congelate le nomine in Campidoglio

Roma, bufera M5S: congelate le nomine in Campidoglio
Slitta la riforma della macchina capitolina che coinvolge 163 posizioni dirigenziali. Non solo. Sono destinate a una proroga anche le nomine apicali del Campidoglio (dal...

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Slitta la riforma della macchina capitolina che coinvolge 163 posizioni dirigenziali. Non solo. Sono destinate a una proroga anche le nomine apicali del Campidoglio (dal comandate dei vigili fino ai capi dell'Avvocatura e della Ragioneria). Due treni paralleli che dovevano incrociarsi e arrivare in stazione lunedì prossimo, ma che ora sono bloccati. Così come la macchina capitolina. Sono le guerre interne al M5S di Roma e non solo a far rallentare il processo della macrostruttura del Campidoglio, così come gli arrivi dei nuovi vertici strategici dell'amministrazione di Virginia Raggi. Anche la partita del capo di gabinetto è di nuovo aperta: Luca Uguccioni rimarrà a fare il segretario della città metropolitana di Bologna. E' stato scartato dalla sindaca, e da chi la consiglia, nonostante la sponsorizzazione di Massimo Bugani, alto dirigente pentastellato, legato a sua volta a Roberta Lombardi, la deputata arci-nemica di «Virginia».


LO SCONTRO
L'ennesima bufera su Raffaele Marra, il fedelissimo della Raggi ora direttore del personale del Campidoglio, ha fatto scattare la retromarcia su tutte le operazioni legate ai dipendenti. Anch'egli in scadenza lunedì dovrà decidere sulla rotazione dei dirigenti legata alla nuova macrostruttura del Comune. Con la differenza che questa volta si userà la tecnica dell'interpello: saranno i diretti interessati a esprimere il proprio ufficio di preferenza, presentando il curriculum, ma alla fine la scelta sarà discrezionale. E cioè della sindaca e del capo del Personale. E anche qui non mancano le criticità. Ci sono dipartimenti considerati «caldi», soprattutto dopo l'inchiesta Mafia Capitale, dove nessuno vuole andare: punti verde sociale, e patrimonio su tutti. Ma, ammettono fonti del Comune, «non c'è la fila nemmeno per ricoprire i ruoli dirigenziali nel X municipio, quello di Ostia sciolto per mafia, e da tempo sotto organico». In generale, gran parte dei capi di dipartimento (che con la riforma saranno allineati alle deleghe degli assessori pentastellati) hanno chiesto di rimanere al proprio posto. Salvo richieste di altri. E qui entra in campo il metodo discrezionale, e cioè la politica. Sarà Virginia Raggi a dire l'ultima parola insieme a Marra, depotenziato in queste ore dall'ennesima bufera per il suo ruolo in Comune ai tempi della giunta Alemanno. Da decidere teoricamente entro lunedì c'è anche il futuro di Marra stesso, che all'interno del M5S nessuno vuole più al Personale ma in una posizione ben più defilata. Anche se i fedelissimi della Raggi sono più che netti: «Per noi Raffaele dovrebbe ritornare direttamente nel Gabinetto: il resto è solo fango». Questo caos sull'uomo chiave della macchina comunale e le faide interne al M5S sono destinati a far slittare la rotazione dei 163 dirigenti «almeno di qualche giorno». Difficilmente lunedì sarà «l'ora X». Stesso discorso anche per le altre pedine, ben più strategiche che sono fuori dalla procedura dell'interpello. Il comandante dei vigili urbani, per esempio. A Diego Porta scade l'interim sempre lunedì, ma in Comune sono pronti a una proroga. C'è da decidere se confermarlo o se nominarne il sostituto, sempre dentro al corpo (la rosa è molto ampia: dieci i candidati).

LO STOP

Destino analogo per Stefano Fermante, l'uomo dei conti capitolini, a capo della Ragioneria è in scadenza e ha già manifestato l'intenzione di andarsene. Anche per lui sarebbe pronta un ulteriore nomina ponte, c'è chi parla di un mese. Così come per Rodolfo Murra, il numero degli avvocati del Campidoglio: il suo sostituto ancora non c'è. «E prima - avvertono diversi consiglieri comunali molti influenti nella maggioranza - prima dovremo fare dei passaggi politici con la sindaca». Un modo per dire che non sarà solo il «Raggio magico» a distribuire i dadi di questo risiko. L'unica certezza in questo senso arriva dal segretario generale, ma Pietro Paolo Mileti prenderà possesso dell'ufficio solo a fine novembre.
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Il Messaggero