Omicidio Varani, dopo il delitto si chiudono le dark room

Omicidio Varani, dopo il delitto si chiudono le dark room
Sono le stanze del sesso consumato al buio e rigorosamente in forma anonima. Fino a qualche settimana fa, uno dei pilastri di alcune discoteche (e club privati) della movida...

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Sono le stanze del sesso consumato al buio e rigorosamente in forma anonima. Fino a qualche settimana fa, uno dei pilastri di alcune discoteche (e club privati) della movida romana frequentata dal pubblico Glbt, con incursioni dei cosiddetti “etero-curiosi”. Ma dopo il delitto di Luca Varani, complici anche le esigenze di sicurezza avanzate dagli stessi proprietari delle discoteche, si è deciso, in alcuni casi, di abbassare le saracinesche di questi spazi. Decisione non facile, che ha creato scompiglio tra chi si occupa di “colorare” di arcobaleno le notti del popolo gay. Tra chi Marco Prato lo conosceva bene, perché si faceva vedere spesso, anche solo per promuovere il suo aperitivo. Nessun commento da parte degli organizzatori: dark room, il più delle volte, è sinonimo di tabù, e sembra esserlo ancora di più a ridosso di un omicidio che ha scosso la comunità gay.

 

LEGALI

«Se si consuma sesso tra persone maggiorenni le dark sono assolutamente legali», fa notare un esponente del movimento Glbt. Quel che è certo, è che a Muccassassina, venerdì più trasgressivo e frequentato della capitale – e anche il più longevo, con i suoi 26 anni di vita – per due settimane la sala delimitata da tende nere e in cui possono entrare solo gli uomini (no tassativo a drag e trans), è rimasta sbarrata. E non è certo che venga riaperta. E questo nonostante il direttore artistico, Diego Longobardi, all'indomani dell'omicidio Varani, scrivesse un post sul tema: «Come ci si fa a drogare in una dark buia? Finirebbe tutto all'aria. Preoccupiamoci piuttosto del perché la nuova tendenza è rinchiudersi in casa, invece di frequentare locali che garantiscono controlli e sicurezza». Anche in un'altra storica discoteca, il Planet, all'Ostiense, la dark, sabato scorso, è rimasta chiusa “per manutenzione”. Un cartello, inoltre, informava della sua riapertura per il 2 aprile, ma in una “forma rinnovata”: l'ipotesi è che quella sala, un tempo crocevia di corpi, possa essere convertita in un nuovo spazio, questa volta illuminato.
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Il Messaggero