«Quei due disgraziati me l’hanno ammazzato. È un dolore troppo grande per me. Che brutta fine, figlio mio. Chi poteva immaginarlo che andava a finire...
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LA RAGAZZA
«Adesso non ce la faccio, è un momento troppo brutto per me, cercate di capirmi», risponde a chi gli chiede qualche ricordo del figlio. Quel ragazzo sorridente, cresciuto nella palazzina con i mattoni rossi a La Storta, sensibile e amico di tutti, così era Luca per la fidanzatina Marta Gaia. «Troppo buono, si fidava di chiunque, e si è fidato delle persone sbagliate», la ragazza che Luca amava e con cui sognava un domani lungo una vita intera è convinta che lui sia stato ingannato da quei due. «Chissà come è finito in quella casa, come è capitato da La Storta fino a laggiù, al Collatino. Sono convinta che è caduto in una trappola», questi i pensieri che tormentano la ragazza di 23 anni da giorni. Certo, qualche «bugia» c’è stata anche per lei, si lasciavano e si prendevano come fatto tutti i fidanzati a quell’età. Ma lei lo avrebbe perdonato sempre. Stavano insieme dal 20 ottobre del 2007, quella data Marta Gaia l’aveva tatuata sulle spalle e lui aveva sul suo braccio il nome di lei.
Luca lavorava comme carrozziere, nessuna delle persone a lui vicine sapeva che si prostituita per racimolare un po’ di soldi. La fidanzata non ci crede, «non mi importa nulla delle dicerie». Di certo non era un drogato, «mia madre se ne sarebbe accorta, fa l’infermiera». E la mamma conferma, gli occhi di Luca erano limpidi e mai annebbiati.
«Io non so dove sia la vera verità - scrive Marta Gaia su Facebook - e nessuno potrà mai dirmela, tutto quello che ho sentito fino ad ora mi lascia allibita e sconcertata. Comodo parlare e inventare cose su chi purtroppo non potrà difendersi, ho sempre odiato le bugie e anche se lo stesso Luca a volte me le raccontava, come facciamo tutti, non avrei mai immaginato nulla di tutto questo e soprattutto non ce lo vedo a fare quelle cose oscene. Ma forse solo il tempo mi darà conferme, smentite e risposte. Comunque sia, mi sono svegliata con le sue parole nella mia mente: auguri alla donna della mia vita».
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Il Messaggero