Omicidio Roma, uno dei killer: «Avevo già avuto voglia di far del male». Altri 2 ragazzi nella casa del delitto

Torturato anche con una serie di coltellate alla gola che non sarebbero però risultate definitive ma, di fatto, gli hanno impedito di poter urlare. Emergono ancora...

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Torturato anche con una serie di coltellate alla gola che non sarebbero però risultate definitive ma, di fatto, gli hanno impedito di poter urlare. Emergono ancora particolari raccapriccianti sull'omicidio di Luca Varani, ucciso al Collatino dopo un festino a base di alcol e cocaina. Ad ammazzare il giovane è stata una coltellata al cuore: a riferirlo agli inquirenti è Manuel Foffo, uno dei due arrestati, spiegando che il colpo mortale è stato inferto da Marco Prato. L'arma è rimasta conficcata nel petto e rimossa solo dal medico legale.

 

«In passato avevo avuto un momento in cui avevo l'intenzione di far del male a qualcuno. Non so come questa idea sia maturata tra me e me», ha inoltre confessato Foffo nel corso dell'interrogatorio svolto con il pm Francesco Scavo. «Anche se ho avuto il pensiero in passato è rimasto tale e non ho mai pensato che potesse concretizzarsi. Non mi ritengo capace di aver fatto quello che ho fatto», ha aggiunto.

Prima di Luca Varani, Foffo e Prato hanno avuto incontri con almeno altri due ragazzi nell'appartamento di via Giordani. «Io e Marco abbiamo deciso - ha raccontato Foffo al pm - di trascorrere del tempo insieme da mercoledì scorso nel mio appartamento ma non siamo stati sempre soli. Ricordo che è venuto un mio amico di nome Alex che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina». L'universitario ha precisato che quando Alex «è venuto a casa eravamo sotto l'effetto della cocaina ma mantenevamo la lucidità . Aggiungo che è stato presso casa mia anche un certo Giacomo, altro mio amico. Quando invece è arrivato Luca, sia io che Marco eravamo molto provati dall'uso prolungato di cocaina, e quindi non più lucidi».

«Sono morto dentro, aiutami a spiegare questa storia», si è sfogato Foffo con il suo avvocato, Michele Andreano, quando sabato 5 marzo lo ha chiamato per raccontargli cosa era successo. «Ho subito consigliato a Manuel di costituirsi - ha detto il penalista incontrando i giornalisti - così come l'aveva fatto il padre». Foffo, a detta dell'avvocato, «si è pentito in maniera netta con me, con il pm e con il maresciallo che l'ha arrestato».

«La prima cosa che chiederemo è una perizia psichiatrica, oltre agli esami tossicologici», ha annunciato Andreano ai microfoni di Radio24. «Domani - ha aggiunto - depositerò la richiesta di incidente probatorio in questo senso, con la massima lealtà e anche tenendo presente il dolore della famiglia del povero ragazzo che è stato ucciso. Se ci sono le condizioni scientifiche per dimostrare che in quel momento non era in grado di intendere e di volere è chiaro che abbiamo il dovere di verificarlo». Il penalista ha spiegato che se Foffo «ha assunto quantitativi di cocaina di quel livello e i due hanno bevuto superalcolici per due giorni ininterrottamente si capisce che gli effetti sono devastanti, per cui dovremmo, anche per dovere difensivo, valutare se in quel momento erano in grado di intendere e di volere».

Foffo «è profondamente pentito di quello che ha fatto e man mano che sono passate le ore si è reso conto del dramma di cui è stato causa», ha proseguito Andreano. «Nell'immediato - ha detto - non si è assolutamente reso conto di quello che aveva fatto, tanto che subito dopo i fatti (i due, ndr) hanno dormito a casa con il cadavere forse per ore lì vicino a loro, sono usciti, hanno fatto un altro giro per Roma e man mano che smaltivano si sono resi conto. L'altro ragazzo sembra che sia andato in hotel per tentare il suicidio, il mio assistito invece ha detto tutto al padre».​


Foffo ePrato saranno sottoposti domani a interrogatorio di garanzia e convalida dell'arresto. Ad ascoltarli sarà il giudice dell'indagine preliminare Riccardo Amoroso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero