Luca Sacchi, tovata cocaina nell'auto di Pirino: era nascosta nel passaruota della Smart

Cocaina trovata nell'auto di uno degli arrestati, analisi dei cellulari e primi interrogatori, tra cui quello della giovane Anastasia: l'inchiesta per l'omicidio di...

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Cocaina trovata nell'auto di uno degli arrestati, analisi dei cellulari e primi interrogatori, tra cui quello della giovane Anastasia: l'inchiesta per l'omicidio di Luca Sacchi potrebbe riservare sviluppi nei prossimi giorni. È fissato per domani il primo confronto tra inquirenti e arrestati nella seconda tranche di indagine. Il gip Costantino De Robbio interrogherà le due persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere: Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio e Giovanni Princi, il pregiudicato amico di infanzia di Sacchi cui è contestato il tentativo di acquisto di 15 chilogrammi di droga.


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Sempre domani il giudice per le indagini preliminari tornerà ad ascoltare Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, gli autori materiali dell'aggressione e dell'omicidio, cui venerdì scorso è stata notificata una nuova ordinanza cautelare legata alla vicenda della droga.

L'attività istruttoria proseguirà il 4 dicembre con l'interrogatorio di garanzia per Anastasia, la fidanzata di Luca alla quale è stato applicato l'obbligo di firma sempre per la trattativa, terminata tragicamente, per l'acquisto di hashish. Parallelamente agli interrogatori proseguono gli accertamenti disposti dalla Procura sui cellulari degli indagati e su una serie di reperti. Proprio nel corso di questa attività i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno trovato nell'auto di Pirino 31 grammi di cocaina. La sostanza era stata divisa in bustine e occultata nel passaruota anteriore destro dell'auto. Al termine degli accertamenti la droga è stata sequestrata.


Chi indaga si attende risposte utili per l'impianto probatorio anche dall'analisi dei cellulari sequestrati agli indagati. Un lavoro che si presenta complesso alla luce del fatto che le comunicazioni tra i vari soggetti coinvolti avvenivano attraverso sistemi «non intercettabili». La stessa Anastasia, scrive la Procura nella richiesta di misura cautelare, utilizzava sistemi di messaggistica che «si autoeliminano» in modo da non lasciare alcun tipo di traccia. Una «accortezza» dettata dall'esigenza di schermare i contatti a cominciare forse da quel «finanziatore» citato dal pm che ha messo a disposizione di Princi e della giovane baby sitter i 70 mila euro che sarebbero serviti ad acquistare droga.
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Il Messaggero