Luca Sacchi. La droga, la palestra, la famiglia. Qual è il vero volto di Anastasia?

Una camera tutta sua, un lavoro, magari in una grande boutique di moda al Centro di Roma dove poter mettere a frutto le sue conoscenze linguistiche, tra cui il russo. Piccole...

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Una camera tutta sua, un lavoro, magari in una grande boutique di moda al Centro di Roma dove poter mettere a frutto le sue conoscenze linguistiche, tra cui il russo. Piccole certezze per poter affrancarsi dalla famiglia e vivere la sua vita. Erano questi i sogni di Anastasia Kylemnyk confidati a quel giovane che, fino a 5 anni fa, era il suo fidanzato prima che Luca Sacchi ucciso da un colpo esploso alla testa la sera del 23 ottobre scorso arrivasse a far breccia nel suo cuore. Andrea (lo chiameremo così perché ha chiesto di mantenere l'anonimato) racconta il lato migliore di questa giovane arrivata nella Capitale dall'Ucraina quando non aveva ancora 7 anni. Quello che lui ha conosciuto quando Anastasia, ancora ventenne, aveva da poco concluso gli studi liceali all'istituto Augusto. «Rifuggo categoricamente la possibilità che possa essere coinvolta come parte attiva in questa vicenda», spiega Andrea. E non lo fa con lo spirito di chi è ancora innamorato.


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I MESSAGGI
«La nostra storia continua finì perché io la lasciai ma siamo rimasti in buoni rapporti, sapevo che aveva un nuovo ragazzo, Luca, che io non ho mai conosciuto ma di cui ho solo sentito parlar bene. Dopo la sparatoria, leggendo i giornali, le ho scritto un messaggio per farle sapere che può sempre contare su di me, siamo sempre rimasti in contatto». Lei ha risposto: «Ho la testa fuori, ma non c'entro nulla». E Andrea non ha esitato a crederle. «Una delle ragazza più tranquille che io abbia mai conosciuto, non fumava e non intendo le sigarette, voleva solo raggiungere la propria indipendenza, affrancarsi dalla famiglia, trovarsi un lavoro e vivere una vita normale. Magari non aveva grandi ambizioni ma piccoli sogni che per lei, però, contavano molto. Poi se abbia iniziato a frequentare gente sbagliata negli ultimi anni non lo so, ma non posso crederci». Le sue parole non cadono nel vuoto ma rimbalzano quasi come un eco tra i negozi di quella stradina di quartiere alle spalle dell'Appia nuova dove vive la giovane con la famiglia e dove la maggior parte dei residenti tratteggia il profilo di una minuta, introversa e timida ragazza. Sempre a spasso con il suo boxer, impegnata nelle ripetizioni di lingua o negli allenamenti in palestra, a passeggio con la sorella e la mamma.
 

I DUE VOLTI

Eppure dall'ordinanza firmata dal giudice Corrado Cappiello che ha convalidato l'arresto in carcere per Valerio Del Grosso, il 21enne che ha sparato a Sacchi, e Paolo Pirino suo complice, emerge tutto un altro profilo. Dove sta la verità e dove inizia la mistificazione? Qual è la vera Anastasia? Se è davvero possibile credere che sia sempre una e una sola l'anima di una persona? Quante Anastasia vivono nella Kylemnyk? Nelle carte sono le deposizioni degli intermediari mandati dal Del Grosso, a verificare se al Tuscolano ci fosse gente con il denaro per acquistare la droga, a descrivere una giovane quasi spregiudicata. Che se ne andava in giro con uno zaino pieno zeppo di soldi destinati all'acquisto di stupefacenti. Lei Anastasia, che dovrebbe essere ascoltata in Procura per delineare meglio i contorni di quella sera, ha detto agli inquirenti di avere 200 euro nello zaino e che la droga non c'entrava nulla. Da una parte, dunque, gli intermediari di Del Grosso che agli inquirenti hanno raccontato di una giovane che per il tramite di Giovanni Princi ponte tra i venditori e gli acquirenti e amico di Sacchi avrebbe ricoperto il ruolo di cassiera per pagare poi la droga, conservando nello zaino poi rubato dai due di Casal Monastero una cifra superiore ai 2 mila euro. Dall'altra lei, le sue poche parole di estraneità alla compravendita di marjiuana all'indomani della tragedia e il lungo silenzio che ne è seguito. In mezzo una cifra di denaro che non è stata mai quantificata perché non rinvenuta da polizia e carabinieri e una partita di droga presumibilmente hashish mai consegnata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero