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Notte di paura a Tor San Lorenzo dopo che un uomo ha minacciato il vicino prendendo a coltellate la porta di casa per cercare di buttarla giù. Una brutta avventura per il poveretto, un cittadino romeno di 39 anni da tempo in Italia, che, come hanno successivamente verificato i carabinieri, non aveva mai avuto alcun problema con quell’uomo, un italiano di 38 anni. Mai una lite, mai una discussione, mai una recriminazione. Eppure nel condominio dove abita la vittima è esplosa la follia all’improvviso, in un susseguirsi di minacce e atti violenti che hanno portato il romeno a chiedere aiuto, terrorizzato, alle forze dell’ordine.
LA FURIA
La furia del trentottenne, quindi, sarebbe esplosa senza alcun preavviso, durante una serata trascorsa a casa con un suo amico, un italiano di 54 anni. Ad evitare il peggio sono stati i carabinieri della tenenza di Ardea, a cui ha chiesto aiuto l’uomo minacciato che vive in quell’appartamento di viale San Lorenzo insieme a un connazionale. Pochi minuti prima il suo vicino di casa, verosimilmente su di giri perché sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, è uscito dalla sua abitazione, iniziando a inveire, minacciare e insultare il trentanovenne.
LE URLA
L’italiano urlava come una furia per cercare di far uscire da casa il vicino che, sebbene impaurito, ha tuttavia cercato di calmarlo da dietro la porta dell’appartamento. «Non ho fatto nulla – avrebbe detto il poveretto – se ci sono problemi possiamo parlarne con tranquillità e risolverli insieme.
LA TESTIMONIANZA
L’hanno tranquillizzato e hanno ascoltato la brutta avventura vissuta poco prima. Raccolta la testimonianza della vittima, gli investigatori hanno verificato il racconto e tutti gli elementi forniti dal cittadino romeno. La porta dell’appartamento, non un portoncino blindato, ma un semplice uscio di assi di compensato, era stata effettivamente colpita ripetutamente con violenza dall’esterno e almeno quindici coltellate avevano trapassato il legno.
LA VIOLENZA
Una violenza scatenata verosimilmente dall’assunzione di qualche sostanza stupefacente anche se al momento dell’arresto l’aggressore non è stato sottoposto al test per rilevare la presenza di droga nel sangue. I militari hanno poi identificato i due italiani, trovato e sequestrato il coltello. Per il trentottenne sono scattate le manette per atti persecutori. L’uomo è stato poi trasferito nel penitenziario di Velletri a disposizione del magistrato. L’amico è stato invece denunciato a piede libero.
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Il Messaggero