Il poeta russo prende in giro Roma e Ostia

Il poeta russo prende in giro Roma e Ostia
Limonov a Roma, un vero evento. (Anche se di Roma parla male nei suoi racconti)  Umberto Croppi Nei giorni scorsi il...

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Limonov a Roma, un vero evento.

(Anche se di Roma parla male nei suoi racconti) 
Umberto Croppi

Nei giorni scorsi il poeta russo Eduard Limonov è stato a Roma per presentare il suo ultimo libro in una affollata libreria del centro, e ha risposto alle domande dei lettori. Uno di questi lettori - che poi era Umberto Croppi, l’ex assessore comunale alla Cultura – ha preso la parola per rimproverargli di aver parlato male di Roma in una sua vecchia opera, il “Libro dell’acqua”.

In effetti in quella fascinosa raccolta di memorie pubblicata quindici anni fa Limonov riserva alla Città eterna poche ma velenose pagine in cui si descrivono le baracche miserabili della Ostia anni 70, le strade fangose, gli abitanti “brutti e storti”, il mare grigio: “sarebbe questo il tanto decantato Mediterraneo, quello che solcavano le triremi?”. Poi il centro storico, “un campionario di vecchie pietre”, attraversato dal Tevere “viscido e putrido”. Fino a insinuare che Roma non sia mai stata la capitale dell’Impero e che sia molto meno antica di quanto si dice: “Per me contano balle sull’età delle loro città, gli italiani. La alzano apposta, così è più prestigioso”.

Chi conosce Limonov (anche solo attraverso la biografia dedicatagli da Carrère) sa che la sua intera vita è un'ostentazione di anticonformismo, uno sforzo insistito di “stupire i borghesi”, dunque non si sorprenderà per questo tentativo in fondo anche simpatico di smontare la mitologia dell’Urbe. Tentativo comunque velleitario, perché le piccole cattiverie di un provinciale russo possono solo fare il solletico a una città che nella sua storia ne ha viste di tutti i colori. «Ora che è tornato a Roma, vorrà riconsiderare quel suo giudizio?» ha chiesto Croppi. «Lo riconsidererò» ha risposto sbrigativamente lo scrittore, facendo capire che della questione gliene frega poco. Caro Limonov, si figuri quanto ce ne frega a noi.


(Nella foto, la presentazione del libro "Zona industriale" lunedì scorso alla libreria Ibs.it di Roma: da sinistra, l'editore Sandro Teti, Roberto D'Agostino, Eduard Limonov e l'interprete).

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero