Roma, gli studenti del Kennedy si ribellano all'occupazione: «Gesto orribile, voluto da pochi»

Scuola che vai, collettivo che trovi. Così, se al Virgilio la minoranza ribelle un centinaio di giovanissimi su mille continua con lo stop alle lezioni, al Kennedy di...

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Scuola che vai, collettivo che trovi. Così, se al Virgilio la minoranza ribelle un centinaio di giovanissimi su mille continua con lo stop alle lezioni, al Kennedy di Monteverde, il collettivo ha diffuso un manifesto durissimo per contestare l'occupazione della scuola, scattata nella serata di lunedì. Una protesta, quella nell'istituto di via Nicola Fabrizi, durata pochissime ore: ieri mattina, infatti, la presidenza rientrava in possesso delle aule e le lezioni sono riprese regolarmente nella giornata odierna. «Noi studenti del liceo Kennedy neghiamo la validità di questa occupazione e ci opponiamo ad essa recita il documento diffuso nella nottata tra lunedì e martedì dai ragazzi Ci opponiamo alle motivazioni perché ci sono modi migliori e soprattutto legali di portare avanti queste battaglie. Ci opponiamo ad un'occupazione voluta da un solo rappresentante di istituto e portata avanti con l'aiuto di persone esterne alla scuola». Una protesta che viene contestata anche perché «non fa altro che arrecare danni all'edificio» e che è «antidemocratica, in quanto non approvata dalla maggior parte degli studenti».


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Nelle stesse ore, veniva creata anche la pagina Instagram Il Kennedy Non Occupa, dove altri studenti scrivevano: «E' orrendo l'atto criminoso di cui si sono macchiati gli individui che oggi hanno deciso di occupare la nostra scuola, giustificando il loro atto basandosi su futili basi come i salari bassi dei professori (accusandoli poco prima di incompetenza) e cambi repentini dell'esame di maturità. Una manifestazione di pubblica inciviltà che questi inetti pagheranno cara». La stessa pagina segnala anche che, durante l'occupazione, si sono verificati «atti vandalici, come macchinette saccheggiate, attrezzature scolastiche manomesse e furti di più cose» (la preside, contattata, ha detto che, a ieri, non risultavano danni). Gli stessi ribelli avevano convocato per ieri, a mezzogiorno, una contro-manifestazione: «Noi siamo il Kennedy e nessuno ci attacca senza conseguenze».



AL CAETANI SI TORNA IN CLASSE
Al Caetani, intanto, oggi sono riprese regolarmente le lezioni, dopo che il preside, Marco Guspini, assistito dai docenti e dal personale ausiliario, ha passato la giornata di ieri a rimediare ai danni degli occupanti. Alcuni sostengono di essere pronti a rimborsare la scuola e spiegano di aver protestato contro una presidenza che non è mai stata aperta al dialogo. Per il Virgilio, invece, seconda giornata di lezioni alternative, mentre non è ancora dato sapere quando saranno liberate le aule trasformate in dormitori. La preside non ha ancora chiesto alla polizia lo sgombero della scuola, ma si è limitata a segnalare l'inizio della protesta.

MANCATO SGOMBERO

A chiedersi perché la polizia non decida di interrompere questa «manifestazione di capriccio infantile» è Mario Rusconi, a capo dell'Associazione dei presidi di Roma e del Lazio. «Perché le forze dell'ordine sono intervenute per liberare il Caetani e, invece, non fanno nulla in via Giulia?». «I ragazzi che stanno portando avanti questa protesta rappresentano una minoranza - aggiunge Rusconi - e a loro ricordo che la scuola non può essere proprietà di una minoranza. Tra l'altro, il servizio scolastico è stato interrotto per motivazioni di bassissimo livello (parliamo della contestazione di un parking). Al Virgilio si sta infrangendo palesemente il codice della democrazia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero