Roma, geni e vite illustri al Maxxi: i grandi del '900 regalano emozioni da leggere

Parata di celebrità al museo di via Guido Reni per la presentazione del nuovo libro di Marina Valensise sugli artisti e gli scrittori della Seconda Guerra Mondiale

Roma, geni e vite illustri al Maxxi: i grandi del '900 regalano emozioni da leggere
Pomeriggi letterari per parlare di storia e vite illustri. All’Auditorium del MAXXI si presenta il libro di Marina Valensise “Sul baratro. Città, artisti e...

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Pomeriggi letterari per parlare di storia e vite illustri. All’Auditorium del MAXXI si presenta il libro di Marina Valensise “Sul baratro. Città, artisti e scrittori d’Europa alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale”. Ne parlano con l’autrice Alessandro Giuli, presidente Fondazione MAXXI, il giornalista Pierluigi Battista e Luciano Violante, presidente Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. Man mano prendono posto diversi amici dell’autrice come l’attrice Maddalena Maggi che arriva con il compagno Jas Gawronski, la cui mamma Luciana Frassati Grawronska ha ispirato il racconto in presentazione.

E ancora Ludovica Gubitosi, Valeria Licastro, Orsola del Favero, Stefania Tucci e il grande fotografo Lorenzo Capellini. Appare perfino il gruppo di compagne di classe della maturità classica. E poi l’attore Massimo Verdastro e Michele Dall’Ongaro, presidente dell’Accademia di Santa Cecilia. Scambio di saluti. «Oggi presentiamo un libro intenso, bello e terribile - introduce Giuli - un viaggio all’interno di un mondo di spaesati intellettuali mitteleuropei alla prese con la nazificazione del Continente». Si procede ricordando come il testo colga l’ansia segreta o la semplice indifferenza che aleggiano sul Vecchio Continente all’alba della Seconda Guerra Mondiale.

Per farlo, la Valensise sceglie la chiave di un viaggio attraverso le sue capitali facendosi accompagnare da personaggi che le rappresentino, ricostruendo così il destino di quindici intellettuali. I commenti dei presenti sono analitici. Il presidente del Senato Ignazio La Russa invia un messaggio. «Si tratta di un testo di geografia letteraria - commenta Violante- si legano insieme luoghi e persone. Gli intellettuali hanno paura. Come nel caso di Moravia che, figlio di padre ebreo, manda più lettere a Mussolini per dire che non lo è. Un gesto non esaltante. Ma non fu certo l’unico a farlo». Il pubblico è interessatissimo.

«Non vorrei attualizzare il libro - aggiunge Battista - perché ciò che è narrato è un unicum storico. Moravia aspetta che i tempi maturino e scrive “La Ciociara” mentre si nasconde in Ciociaria ai tempi della Resistenza». «Gli intellettuali descritti — conclude l’autrice - sono i testimoni sensibili dell’epoca». Applausi e firmacopie. 

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Il Messaggero