Ritorno alle origini e quindi all'amato Nord. E anche una mossa a sorpresa a due mesi dalle elezioni Europee. Matteo Salvini commissaria i vertici della Lega Lazio ovvero il...
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Legittima difesa, Salvini a Di Maio: «Nemmeno mezza pistola in più, si preoccupi di ciò che arriva in Parlamento»
Chi è Belotti, per gli amici Ol Belòt? É un tifoso sfegatato dell'Atalanta (sua l'idea di formare un gruppo interparlamentare di tifosi dopo le vicende giudiziarie legate agli spalti) e un autentico mister preferenze: il più votato d'Italia lo scorso 4 marzo. Ben 105 mila preferenze. Un segnale a chi a Roma, in una Lega ancora giovanissima, crede di poter splendere di luce propria e non grazie al brand "Salvini". Lui, Belotti, rimane ancorato al nord e da bravo leghista della primissima ora a Roma si sente ancora un po' un marziano: cura una rubrica che si intitola "Daniele a Roma" dove racconta le avventure a Montecitorio e dintorni. La linea pontina, il tandem Zicchieri Durigon, ha fallito, dunque. Troppi i litigi interni che non sono riusciti a sedare e l'arrivismo sfrenato dei nuovi volti approdati alla corte del Ministro dell'Interno che, a Roma, ha deciso di azzerare tutto, o di «riorganizzare la struttura», come dice minimizzando il sottosegretario al Lavoro Durigon.
E a stretto giro, dopo ore di grande nervosismo nella Capitale, arriva ache una nota di Matteo Salvini che conferma «il rinnovamento». «La Lega cresce, da Nord a Sud - scrive il vicepremier - naturale che l'incremento del consenso porti tante persone nuove ad avvicinarsi e permetta anche cambiamenti e rinnovamento. Nel Lazio possiamo rivendicare con orgoglio risultati importanti: contiamo ormai su oltre 500 amministratori locali, ai quali si è appena unito il sindaco di Frosinone, una delle candidate più votate alle elezioni a Fiumicino come Federica Poggio, la già candidata presidente del X Municipio Monica Pitta (cognome errato, il segretario del carroccio si riferisce con tutta probabilità a Picca, ndr) la cui scelta è stata condivisa da altri tre consiglieri. Non solo: la Lega è stata decisiva per vincere sfide elettorali come quelle di Viterbo, Anagni e Fiuggi. Avanti così - conclude Matteo Salvini - con gli attuali dirigenti, ogni voce diversa è frutto solo di invidia o fantasia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero