Le foto anni ‘70 di una Roma appassionata

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“Con la crisi, che cosa si taglia sempre? La cultura”. @maschera Talvolta è così, ma...

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“Con la crisi, che cosa si taglia sempre? La cultura”.

@maschera

Talvolta è così, ma spesso è un alibi sostenere che tagliare il soldi alla cultura significa annullare la cultura. Basti vedere una bella mostra fotografica su Roma - “Anni ‘70: io c’ero” - e si capisce magnificamente quanto le idee, la passione intellettuale, la creatività più viva, anche perché disordinata e disorganica, esplodono soprattutto grazie alla forza che hanno in sé. E alla infaticabile azione di veri e propri agitatori di avanguardie. Agnese De Donato è stata una di questi. La Roma del suo tempo, anche per effetto di figure così, diventò culturalmente una città-lievito. Non una città sgonfia come è adesso. Quasi 200 foto raccontano quegli anni - alla galleria De Crescenzo e Viesti, dietro Piazza del Popolo - e sono foto firmate De Donato, che non c’è più dallo scorso aprile ma ha vissuto appassionatamente: femminista, animatrice della galleria Al ferro di cavallo, amica della crema dell’intellettualità italiana quando ancora esistevano gli intellettuali, curiosa di tutto. Un bel personaggio. I suoi clic, su tre decenni di fatti italiani e romani, spaziano da Bertolucci a Nanni Moretti, da Ungaretti a Ezra Pound, da Tzara a Pasolini, da Ungaretti agli artisti, dalle star della danza a Ugo Tognazzi, da Charlotte Rampling a Romy Schneider e a tanti altri. Occhio, in una foto di Agnese c’è Alberto Moravia. Proprio lui che disse: «Roma e l’unica capitale mediorientale priva di un quartiere europeo». Negli anni ‘70 era solo una battuta, oggi è qualcosa di più. 

mario.ajello@ilmessaggero.it
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Il Messaggero