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I NUMERI
Da inizio anno, spiegano, nei 50 ospedali del Lazio si è avuto un aumento medio del 5 per cento degli accessi nei pronto soccorso. Nonostante questo incremento, però, diminuiscono del 29 per cento le attese dei pazienti in pronto soccorso prima di trovare un posto letto per il ricovero e del 28 per cento le attese dei pazienti nei pronto soccorso tra la visita medica e la dimissione.
Il calo più sensibile, poi, si registra nelle ambulanze bloccate che sono calate dell'83 per cento a settembre rispetto al mese di gennaio di quest'anno.«Il lavoro da fare è ancora tanto, ma i primi segnali ci confortano sulla bontà delle strategie intraprese. Le prime misure adottate in emergenza stanno dando i loro frutti nell'attesa delle manovre strutturali, che abbiamo impostato con la nuova rete ospedaliera, l'informatizzazione delle disponibilità dei posti letto e la costituzione della task force centrale», ha affermato Francesco Rocca.
I DATI DEL PRONTO SOCCORSO
I numeri della Regione entrano nel dettaglio. A luglio 2023 un paziente attende mediamente due ore in meno rispetto allo stesso mese del 2022 per avere un posto letto. Un dato sostanzialmente confermato ad agosto: nel 2023 si risparmia un'ora e 45 minuti rispetto ad agosto 2022.Diminuiscono anche i tempi per tornare a casa dopo il ricovero: la dimissione ad agosto 2023 arriva 2 ore e 45 minuti prima rispetto al dato di marzo 2023.
«Ho preteso - ha spiegato Rocca - che il sabato e la domenica venissero considerati giorni normali. E che se un paziente il venerdì era guarito, può e deve tornare a casa il sabato e non dover attendere il lunedì. Questo contribuisce a liberare letti».
CESAREO DEL 2017
Alla base di questi numeri ci sono le operazioni di informatizzazione dei posti letto con la "pulizia" delle liste d'attesa, le assunzioni di medici, gli aumenti degli straordinari ai camici bianchi che lavorano nei pronto soccorso, la task force ispettiva. Nelle liste di attesta, la Regione ha trovato centinaia di casi di duplicazioni o di pazienti non più bisognosi di cure, come un cesareo del 2017 ancora inserito nelle liste. Urbani: «stiamo pulendo le liste di attesa. Abbiamo trovato anche persone in lista del 1918. Ho trovato un parto cesareo del 2017. Abbiamo trovato insomma un gran disordine, ora stiamo informatizzando tutto». Leggi l'articolo completo suIl Messaggero