Regione Lazio, i grillini si spaccano sul dialogo con Zingaretti

Regione Lazio, i grillini si spaccano sul dialogo con Zingaretti
La sfortuna è che sono in numero pari. Quando sono andati a votare si sono ritrovati in un micidiale 5-5, che sembra perfetto per un partito che si chiama Movimento 5...

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La sfortuna è che sono in numero pari. Quando sono andati a votare si sono ritrovati in un micidiale 5-5, che sembra perfetto per un partito che si chiama Movimento 5 Stelle. Cinque stelle da una parte, cinque dall'altra, il gruppo consigliare della Regione Lazio si è spezzato in due. Tutto è avvenuto l'altro giorno negli uffici della Pisana e con una semplificazione c'era chi sintetizzava: dovevano votare se appoggiare Nicola Zingaretti o restare all'opposizione. Non è così, anche se la sostanza si avvicina molto: in realtà si votava per il posto di capogruppo. Fino ad oggi quel ruolo è sempre stato di Roberta Lombardi, che era la candidata alla presidenza della Regione. Nella legislatura precedente invece il Movimento 5 Stelle aveva applicato il principio della rotazione, cambiando il capogruppo ciclicamente.


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L'altro giorno si è arrivati alla resa dei conti con i «lombardiani» a sostegno del mantenimento dello status quo, gli altri desiderosi di prendere il suo posto, anche grazie a un asse inedito tra Valentina Corrado e Davide Barillari. A sorpresa, Francesca De Vito (sorella del presidente del consiglio comunale di Roma, Marcello) si è schierata contro la Lombardi. Ecco l'impasse e con il 5-5 si è deciso di rinviare ogni decisione. La spaccatura interessa da vicino il dialogo con Zingaretti, che in Regione è un'anatra zoppa perché, a causa della legge elettorale del Lazio, pur vincendo si è ritrovato senza una maggioranza. Ha siglato un patto d'aula con due esponenti del centrodestra, ma gli sviluppi dell'alleanza rosso-gialla su scala nazionale avevano fatto balenare l'idea di un accordo con M5S anche alla Pisana, tanto più che due assessori dem hanno liberato gli uffici per andare a fare i sottosegretari.

Sembrava tutto perfetto per chiamare in giunta due esponenti dei 5 Stelle e la Lombardi, sia pure con i ghirigori della politica, era stata una delle più strenue sostenitrici del tentativo rosso-giallo. Alla fine si è preferito prendere tempo e la Lombardi sta lavorando su una serie di proposte programmatiche da presentare a Zingaretti. Ma c'è una parte del gruppo che vede il leader dem come il più pericoloso dei nemici. Davide Barillari su Facebook, tanto per tenersi in forma, accusa Zingaretti di «falso in atto pubblico», e sta lavorando a un progetto nazionale di «rifondazione» del Movimento in chiave anti dialogo con il Pd.


Valentina Corrado è da mesi in guerra con la Lombardi (mitologici gli scontri nella commissione di indagine sui rifiuti con altri esponenti grillini come Cacciatore). E la settimana scorsa su Facebook ha scritto (replicando a un post pubblicato dal Movimento che la indicava come assente non giustificata): «Credo che la capogruppo Roberta Lombardi sia vittima del suo stesso nervosismo. Sono abituata agli attacchi personali e alle strumentalizzazioni ma vederle in vetrina nella pagina del M5S Lazio supera ogni limite». Il clima è questo e c'è chi fa circolare spifferi di un trio di anti lombardiani già in trattativa con la Lega. Durigon, ex sottosegretario e commissario salviniano per Roma, ride: «Negare, negare sempre, negare anche l'evidenza».
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Il Messaggero