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Lavoratori sfruttati in capannoni fatiscenti. Questa mattina a Roma, in zona Tor Pignattara i Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e del Comando Provinciale di Roma insieme gli agenti della Polizia Locale dell'Unità Operativa V Gruppo «Prenestino» di Roma Capitale hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone. Gli arrestati sono accusati di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro", in parole povere, caporalato.
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Caporalato a Roma: le indagini
Le indagini sono scaturite a seguito di alcun controlli da parte della Polizia Locale. Alcuni agenti erano stati insospettiti da un traffico insolito in una zona intorno a un palazzo del quartire. Così una volta entrati nell'area intorno all'edificio, stranamente troppo affollata in quei giorni, gli agenti hanno scoperto lavoratori stranieri intenti a eseguire attività tessili in angusti localiangusti e umidi.
Gli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, hanno consentito di accertare che nei locali erano impiegati cinque lavoratori, tre uomini e due donne di cui 4 cinesi e un cittadino del Bangladesh, in condizioni di sfruttamento. Gli appostamenti hanno permesso di accertare che i cinque lavoravano erano "spremuti" per quasi 14 ore al giorno (dalle 9 del mattino fino alla mezzanotte).Il tutto, come se non bastasse, senza alcuna concessione di giorni liberi o ferie.
I dipendenti venivano pagati meno della metà di quanto loro dovuto e senza alcuna tutela in caso di malattia o infortunio sul lavoro e senza il versamento dei contributi previdenziali. L'attività commerciale, tra cui lo stabil, l'attrezzatura e i materiali, è stata sottoposta a sequestro preventivo. Nel corso delle perquisizioni è stata sequestrata, inoltre, documentazione utile alle indagini, e la somma contante di 88.000 euro e una banconota falsa da 100 euro.
Il Messaggero