«Buongiorno Della Monica. Anzi no, Ada Monica». Aveva camuffato il proprio cognome, per non pagare il conto di 8.700 euro al fioraio. Ma è stata tradita da...
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Casamonica, sgomberata la villa del boss a Frascati: perquisizioni e arresti
LA FESTA
Il 28 febbraio, giorno della cerimonia, tutto fila liscio. Nessuno, però, si preoccupa del pagamento. «Ora mi portano i soldi», promette la donna, che propone un'alternativa sospetta: «Vi diamo un assegno di 13mila euro e voi ci ridate il resto». I titolari della Rosa Nera rifiutano, vengono liquidati con 200 euro e la promessa di un imminente assegno. Che non arriverà mai. Capiscono di essere vittime di un raggiro e chiedono alla donna le sue reali generalità. Ma Laura Casamonica prosegue la messa in scena: «Mi chiamo Ada Monica», assicura, facendo aumentare i sospetti dei fiorai che, dopo una breve ricerca su internet, scoprono la verità e denunciano la donna per truffa. Secondo l'accusa, Laura Casamonica avrebbe commissionato senza pagare «lavori per euro 8750», celando «la propria identità che l'avrebbe facilmente fatta ricollegare alla criminalità romana». Sperava che un uso scolastico del calembour, figura retorica basata sulla consonanza delle parole, la ponesse al riparo da pericoli. Non aveva fatto i conti con i suggerimenti automatici di Google. La rete non perdona. Nemmeno i Casamonica.
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Il Messaggero