Lei ha intuito il pericolo, ma era troppo tardi. Lei era dietro la finestra, perché non c'è un'età in cui una madre smette di farlo. «Io li ho visti. Ho visto i...
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La mamma di Enrico Aurili, il ventottenne colpito dal branco a Balduina, era affacciata, perché era tardi, perché vegliare non è come dormire. «E perché a quell'ora non era normale che uscisse ma il cane aveva bisogno. Ero affacciata, sì. Per controllare mio figlio e quando ho visto quei quattro mi sono insospettita. Allora ho provato ad avvertirlo ma il telefono già non prendeva più, ho capito che era successo qualcosa, di brutto, sono corsa fuori».
Va e viene assieme al marito Aldo dall'ospedale Gemelli, le condizioni del figlio sono migliorate, «resta un deficit dell'arto superiore destro», anche i carabinieri fanno intendere che la soluzione è vicina, che il cerchio sui quattro aggressori stile Arancia Meccanica sta per chiudersi, fondamentali le telecamere di una tabaccheria che hanno ripreso la scena e il volto dei quattro delinquenti. Ma niente li rincuora. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, il loro Enrico era sceso, verso le due di notte sotto casa con il cane. «Ha fatto il giro - racconta la mamma - poi è tornato in largo Lucio Apuleio, quelli aspettavano che tornasse col cane in piazza. E' vivo sì, ma ci vorranno mesi perché recuperi le braccia, perché si assorba l'ematoma». E chissà quanto per mettersi alle spalle questo trauma. Ha tanto mal di testa, per cui i familiari evitano le visite di parenti e amici. «Che mi ha detto? Che è stata l'esperienza più brutta della sua vita. Aveva tanti progetti, aspettative, era tanto felice». Pugni, bastonate, ha subito un intervento al cervello, arti inferiori e superiori sono stati compromessi. Dopo la Tac di ieri i medici hanno stabilito il trasferimento, oggi o domani, in una struttura di riabilitazione. «Per la prima volta è stato fatto alzare leggermente - dice il papà - il braccio deve ancora riprendere le funzionalità».
RESTAURATORE E SCRITTORE
Il figlio, sportivo e solare, amava spostarsi in bici, da una settimana è steso in un letto al Gemelli, privo di forze e pieno di rabbia. La mamma sono notti che non dorme, è sempre lì da lui, il marito va a darle il cambio. «Enrico in questi mesi aveva tante cose da fare», ripete. Il giovane ha la stessa passione del padre, esperto orologiaio, e lavora nel laboratorio di famiglia. Ma non è solo un abile restauratore, s'intende di digital art, illustrazioni e disegni al computer. Ha scritto un e book, un thriller dal titolo “Il castigo dell'anima”, ora stava completando un romanzo. Si è inventato Scripsit.it “il portale dove i racconti prendono vita”. Da tre anni con lui c'era sempre Black, il cagnolino che dalla sera dell'aggressione del suo padrone è sparito. Quando Enrico si è accorto d'esser seguito ha lasciato il guinzaglio, ha iniziato a correre ma è stato inutile. Quei delinquenti l'hanno inseguito armati di spranghe e bastoni, lui colpito alla schiena si è accasciato a terra, hanno continuato a infierire con calci e bastoni. «Ci sono le impalcature, non ho visto né sentito nulla», si rammarica la mamma. «Ma che state facendo?», all'arrivo di un tassista, vigliacchi sono scappati nel buio.
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Il Messaggero