Roma, furto finisce in tragedia: il ladro muore soffocato

Roma, furto finisce in tragedia: il ladro muore soffocato
Il progetto era chiaro: mettere a segno un maxifurto nel centro commerciale in viale della Primavera, quartiere Centocelle. L’epilogo è stato dei peggiori. Il ladro,...

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Il progetto era chiaro: mettere a segno un maxifurto nel centro commerciale in viale della Primavera, quartiere Centocelle. L’epilogo è stato dei peggiori. Il ladro, nella notte tra sabato e domenica, è morto incastrato nei condotti di areazione. È scivolato, ed è rimasto paralizzato per diverse ore. Alla fine è deceduto per asfissia. Adesso la procura di Roma, il pubblico ministero è Laura Condemi, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. A nulla sono servite tre telefonate al 112 dove delle persone segnalavano che qualcuno era rimasto intrappolato nei sistemi di ventilazione. Quando l’uomo è stato trovato, parecchie ore più tardi, era morto da tempo.

 

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LA DINAMICA

Gli investigatori sono a caccia dei complici. Secondo la polizia del commissariato di Torpignattara, che indaga sul caso, l’uomo non era solo. Qualcosa durante il colpo è andato storto. L’appuntamento di una banda di ladri era fissato intorno all’una di notte sul tetto del centro commerciale Primavera. Uno di loro, il 30enne poi rimasto intrappolato, si doveva calare dall’alto, dai condotti di ventilazione. Doveva fare da apripista per il resto del gruppo che, una volta all’interno del centro commerciale, si sarebbe messo all’opera per rubare quanto più possibile. Ebbene, nel momento in cui calano il 30enne, qualcosa non fila per il verso giusto. L’uomo scivola giù, sempre più un fondo. Forse dai complici non era stato legato bene. Forse avevano sbagliato i calcoli sulla profondità e larghezza dei sistemi di areazione. Di fatto l’uomo cade e rimane immobilizzato. Non potendosi muovere l’unica cosa che fa è chiedere aiuto a chi, assieme a lui, stava cercando di intrufolarsi nel centro commerciale. Il resto della banda, secondo un’ipotesi investigativa, va nel panico. Nessuno aveva neanche lontanamente immaginato che si potesse verificare un simile epilogo.

 

 

LE TELEFONATE

Al numero unico delle emergenze arrivano in tutto tre telefonate con richiesta di soccorso. La prima all’una e 24 minuti, quando l’uomo, molto probabilmente, era appena scivolato. Una telefonata per richiedere un intervento immediato ma con pochissime informazioni che rende il lavoro dei soccorritori estremamente complicato. Evidentemente qualcuno capisce che le indicazione fornite sono troppo scarse per permettere di individuare il 30enne dentro i condotti di areazione. Ecco allora che parte una nuova chiamata da un “passante”, così si qualifica. Tuttavia anche questa si rivela insufficiente al fine di consentire il ritrovamento del ladro. Nel frattempo passa altro prezioso tempo. Ore che si riveleranno decisive per cercare di salvare il 30enne.

 

I SOCCORRITORI

Alla fine l’ultima, chiara e decisiva telefonata viene fatta da un parente della vittima, forse allertato perché ormai la situazione era divenuta disperata. Ecco che i soccorritori lo trovano. L’uomo è senza vita. Incastrato. Per estrarlo si chiede l’intervento dei vigili del fuoco. Il colpo nel centro commerciale si è concluso nel peggiore dei modi. Adesso la polizia è a caccia dei complici. 

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Il Messaggero