Sono considerati responsabili di furti in abitazioni, gioiellerie e sportelli Atm bancomat in tutto il Centro Italia: al termine di un'indagine, denominata...
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È stata sgominata la 'banda del jammer', chiamata così perché in alcuni casi usava jammer a 12 frequenze per disabilitare nel raggio di decine di metri, non solo gli apparati telefonici e radio, ma anche le frequenze delle telecamere di sorveglianza. Due persone sono finite in carcere, sei all'obbligo di dimora nel Comune di residenza, con contestuale obbligo di presentazione in caserma e di permanenza in abitazione in orari notturni, una all'obbligo di firma quotidiano. Dovranno rispondere per furti in abitazione in concorso e furti aggravati. L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Roma che ha accolto le richieste avanzate dalla procura della Repubblica di Roma, Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti.
L'indagine, avviata nel mese di maggio del 2016 dai carabinieri della stazione Roma San Lorenzo in Lucina, è scaturita dalla costante sinergia e dallo scambio di informazioni investigative tra i vari reparti dell'Arma e in particolare con i carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) che stavano investigando su alcuni ladri romani in trasferta nella provincia di Napoli.
Tra i furti in abitazione emblematico il 'colpò messo a segno in casa di un pensionato che custodiva alla vecchia maniera «sotto il materasso», ben 220.000 euro, risparmi di una vita e che ingenuamente aveva confessato di avere a casa ad un uomo poi risultato di fatto il basista e complice della banda. Nel corso delle indagini, tra Roma, Pescara e Forlimpopoli (Forlì Cesena), sono state arrestate 14 persone arrestate in flagranza di reato, una è stata denunciata in stato di libertà per possesso di arnesi da scasso, è stata recuperata refurtiva in gioielli, monili e denaro contante per un valore di 250.000 euro circa. Sono inoltre stati sequestrati due sofisticati apparecchi Jammer utilizzati, chiavi alterate e grimaldelli, fiamma ossidrica, arnesi da scasso e di un laboratorio utilizzato per la fabbricazione ad hoc degli arnesi per i furti. Sono stati ricostruiti dai carabinieri almeno quattro furti di denaro contante per circa 150.000 euro in danno di sportelli Atm Bancomat posizionati tra le Province dell'Aquila, Grosseto e Viterbo e perpetrati tra il 2010 ed il 2014.
Dalle indagini il cerchio si è stretto intorno ai componenti della banda.
Il Messaggero