Roma, presa banda del jammer, 9 arresti: i furti anche in casa di un pensionato che aveva sotto il materasso 220mila euro

Roma, presa banda del jammer, 9 arresti: i furti anche in casa di un pensionato che aveva sotto il materasso 220mila euro
Sono considerati responsabili di furti in abitazioni, gioiellerie e sportelli Atm bancomat in tutto il Centro Italia: al termine di un'indagine, denominata...

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Sono considerati responsabili di furti in abitazioni, gioiellerie e sportelli Atm bancomat in tutto il Centro Italia: al termine di un'indagine, denominata «Irriducibili», i carabinieri della compagnia Roma Centro stanno dando esecuzione a un'ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di otto italiani e un tunisino.


È stata sgominata la 'banda del jammer', chiamata così perché in alcuni casi usava jammer a 12 frequenze per disabilitare nel raggio di decine di metri, non solo gli apparati telefonici e radio, ma anche le frequenze delle telecamere di sorveglianza. Due persone sono finite in carcere, sei all'obbligo di dimora nel Comune di residenza, con contestuale obbligo di presentazione in caserma e di permanenza in abitazione in orari notturni, una all'obbligo di firma quotidiano. Dovranno rispondere per furti in abitazione in concorso e furti aggravati. L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Roma che ha accolto le richieste avanzate dalla procura della Repubblica di Roma, Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti.

L'indagine, avviata nel mese di maggio del 2016 dai carabinieri della stazione Roma San Lorenzo in Lucina, è scaturita dalla costante sinergia e dallo scambio di informazioni investigative tra i vari reparti dell'Arma e in particolare con i carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) che stavano investigando su alcuni ladri romani in trasferta nella provincia di Napoli. 

Tra i furti in abitazione emblematico il 'colpò messo a segno in casa di un pensionato che custodiva alla vecchia maniera «sotto il materasso», ben 220.000 euro, risparmi di una vita e che ingenuamente aveva confessato di avere a casa ad un uomo poi risultato di fatto il basista e complice della banda. Nel corso delle indagini, tra Roma, Pescara e Forlimpopoli (Forlì Cesena), sono state arrestate 14 persone arrestate in flagranza di reato, una è stata denunciata in stato di libertà per possesso di arnesi da scasso, è stata recuperata refurtiva in gioielli, monili e denaro contante per un valore di 250.000 euro circa. Sono inoltre stati sequestrati due sofisticati apparecchi Jammer utilizzati, chiavi alterate e grimaldelli, fiamma ossidrica, arnesi da scasso e di un laboratorio utilizzato per la fabbricazione ad hoc degli arnesi per i furti. Sono stati ricostruiti dai carabinieri almeno quattro furti di denaro contante per circa 150.000 euro in danno di sportelli Atm Bancomat posizionati tra le Province dell'Aquila, Grosseto e Viterbo e perpetrati tra il 2010 ed il 2014. 


Dalle indagini il cerchio si è stretto intorno ai componenti della banda. I successivi sviluppi investigativi, resi possibili grazie anche alle attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale ma anche dai tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno consentito di sgominare l'organizzazione. Vengono contestati furti in abitazione, furti in gioiellerie ed esercizi commerciali con la tecnica «del buco», utilizzando anche potentissimi jammer a 12 frequenze. E ancora, furti di denaro contante dagli sportelli bancomat posizionati nei centri commerciali, e quindi lontani dalle filiali, ai quali i componenti della banda accedevano indisturbati sostituendo, per brevi periodi che intercorrevano tra il giorno di ricarica del denaro all'interno della cassa continua e il giorno del «colpo», la serratura d'ingresso all'area self dello stesso Atm. Una volta sostituita la serratura, in ladri travestiti da metronotte con tanto di tessera di riconoscimento e divisa, si introducevano all'interno e sempre in contatto con i complici all'esterno che controllavano l'eventuale arrivo di forze dell'ordine, riproducevano manualmente e perfettamente, la chiave d'apertura della cassa continua che, associata alla combinazione a tempo ricavata mediante l'utilizzo di sviluppatore di algoritmo, faceva si che la cassaforte si aprisse potendo rubare il denaro contenuto all'interno.
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Il Messaggero