Ladispoli, tre clochard dormono nell'auto del comandante dei vigili

Ladispoli, tre clochard dormono nell'auto del comandante dei vigili
Giovani sbandati a caccia di un posto dove dormire si rifugiano all’interno di un’automobile forzando la portiera. Ma non è una vettura qualsiasi, è...

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Giovani sbandati a caccia di un posto dove dormire si rifugiano all’interno di un’automobile forzando la portiera. Ma non è una vettura qualsiasi, è quella privata del comandante della Polizia municipale di Ladispoli, Sergio Umberto Blasi. Il capo dei vigili urbani mostra il suo buon cuore e li “grazia” non denunciandoli. Protagonisti di questa storia di disperazione una ragazza e due suoi amici, forse clochard e sicuramente ubriachi.


È sabato sera e Blasi parcheggia la sua Daihatsu Terios sotto casa, in centro urbano. Alle prime luci del mattino si alza per una passeggiata prima di entrare nel regolare servizio e trova il suv occupato da tre persone. «Due ragazzi erano sicuramente italiani ma non residenti a Ladispoli, del terzo non sono riuscito a stabilire la sua origine», racconta lo stesso Sergio Blasi. Il comandante della municipale ladispolana avrebbe potuto identificare i giovani in preda all’alcol o denunciarli in caserma, ma ha preferito una via più “bonaria” allontanandoli una volta scesi dall’auto. I ragazzi si sono diretti verso il lungomare raggiungendo una spiaggia libera. Guarda caso nella stessa notte alcuni clochard sgomberati dalla baraccopoli di viale Europa sono tornati per riprendere possesso abusivamente dei locali situati sotto al cavalcaferrovia. Un altro episodio inerente a persone che vivono sempre più ai margini della società. Qualche giorno prima era stata proprio la polizia locale, su decisione del Comune, ad allontanare il gruppetto dei senza fissa dimora, almeno una ventina, che da anni aveva realizzato una sorta di centro di accoglienza fai-da-te condividendo spazi degradati con topi e sporcizia. Per questa nuova intrusione tre clochard sono stati denunciati ai carabinieri per occupazione di suolo pubblico.

Tra i senzatetto anche un italiano che ha perso tutto nel giro di pochi anni. Diversi residenti alcune settimane fa avevano invece segnalato la presenza di sbandati negli ex container della Croce rossa italiana nei pressi della vecchia stazione di Palo Laziale non più attiva. Altri abitanti recentemente hanno avvistato stranieri nell’area pubblica del bosco di Palo. L’annuncio di poche ore fa da parte del sindaco ladispolano, Alessandro Grando, su una eventuale «riapertura del parco» chiuso da 2 anni, potrebbe far allontanare i senza fissa dimora che a quel punto andrebbero alla ricerca di un nuovo posto dove sistemarsi. Al momento Ladispoli non è dotata di un centro di accoglienza.

L’unica assistenza agli immigrati viene fornita dal centro diocesano della Caritas ma solo a pranzo con pasti caldi, acqua e indumenti. Nel pomeriggio gli ospiti del centro di via Fermi si dirigono tra la vegetazione e i canneti dei fossi dentro alle loro tendopoli.
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Il Messaggero