Si è suicidato in una cella del carcere di Regina Coeli Ludovico Caiazza, il 32enne ritenuto il presunto killer di Giancarlo Nocchia, il gioielliere romano ucciso durante una...
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La Procura di Roma ha aperto un fascicolo. Il procedimento, affidato al pm Sergio Colaiocco, è al momento 'modello 45' ossia senza indagati e ipotesi di reato. Domani, intanto, verrà svolta l'autopsia. Erano due, a quanto si apprende, uno di servizio al piano, l'altro preposto al controllo al cancello di ingresso alla settima sezione, gli agenti di polizia penitenziaria attivi ieri. Il controllo del detenuto era effettuato ogni 15 minuti con obbligo di firma da parte dell'agente. L'ultima firma è quella delle 20.30. Alle 20.45 Caiazza è stato trovato con il lenzuolo attorno al collo legato alla grata della cella.
I primi ad intervenire per sono stati gli agenti della penitenziaria che hanno tagliato il cappio. Caiazza nel pomeriggio di ieri aveva avuto un colloquio con una psicologa del carcere. La specialista avrebbe riscontrato «un forte stato di agitazione» ma nulla che facesse presagire il gesto estremo. Caiazza, sempre ieri, aveva incontrato nel carcere per oltre un'ora il suo avvocato
«Dalle prime notizie trapelate, Ludovico Caiazza aveva precedenti per violenza sessuale e aveva una situazione personale di forte disagio. Per questo, per tutelarlo, non era stato messo a contatto con altri detenuti». È quanto spiega il capo del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Santi Consolo.
«Da stanotte - aggiunge - sono in costante e diretto contatto per acquisire informazioni su quanto accaduto. Gestire in carcere persone che manifestano un forte disagio individuale, come in questo caso, reso ancor più forte dal fatto che il soggetto era accusato di fatti gravissimi, non è semplice. La polizia penitenziaria svolge un compito delicatissimo. È vero che la compresenza di altri detenuti può aiutare a prevenire una situazione come quella che si è verificata. Ma nel caso specifico ha prevalso, in prima istanza e in attesa di più precisi riscontri, la necessità di tutelare il detenuto, visto che le prime notizie indicavano precedenti per violenza sessuale. E per questo, a sua tutela, si è scelto di lasciare il detenuto da solo».
Caiazza era stato fermato ieri dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma su un treno all'altezza di Latina. Quando è stato bloccato aveva con sé il cellulare della vittima, una pistola addosso e un'altra nel borsone dove custodiva anche decine di gioielli, alcuni con la targhetta della gioielleria di via dei Gracchi e contanti. Gli investigatori lo stavano cercando da giorni.
I sospetti si sarebbero concentrati sul pregiudicato 32enne fin da subito con i primi risultati dei rilievi tecnici effettuati dai carabinieri del Ris che hanno isolato impronte digitali e tracce biologiche all'interno del laboratorio dell'orafo e su un portagioielli che durante la fuga il rapinatore ha perso in strada.
Il Messaggero