Chissà se birra e kebab si potranno degustare sotto l'Arcangelo Michele, se hamburger e salsiccia saranno cotti sotto il corpo di Pasolini o l’happy hour con luci...
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IL NULLAOSTA
Come sottolinea la Naim, a fronte di una concessione decennale degli spazi demaniali sulle sponde del Tevere, il progetto di allestimento della kermesse, però, deve essere autorizzato ogni anno, di volta in volta, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma e soprattutto dalle Soprintendenze statali (Belle Arti e Paesaggio). Eppure, il nullaosta sembra essere fioccato senza lasciare libera la banchina. Col risultato che le bancarelle e i chioschi bar potrebbero interferire permesi con l’opera di Kentridge. Ma anche con lo spazio destinato alla pista ciclabile. «Se la morte di Remo è oltraggiata dal fumo degli arrosticini». Lo scrive in un post Giuseppe Teano uno dei promotori del movimento dei ciclisti a Roma che critica «l’orrenda pedana su cui monteranno i gazebo per l’estate», e non a caso parla di «Trionfi e sconfitte di Kentridge». Il cantiere, ieri, non ha lasciato indifferenti neanche i residenti. «Mi sono affacciata e mi sembra un orrore. Bruttezza contro la bellezza - si lamenta Dina Nascetti presidente del Comitato Vivere Trastevere - Non riesco a capire come mai le strutture si stiano spingendo tanto verso Ponte Mazzini impattando inevitabilmente col fregio di Kentridge. Il bello è che la banchina opposta, sulla riva sinistra del Tevere, resta vuota. Ma qual è il criterio? Insomma, mi sembra una mercificazione di un’area che doveva restare libera». Laura Lar Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero