Niente bancarelle o gazebo. Il murales di William Kentridge sulla banchina del lungotevere di Roma resterà visibile e libera dagli stand che ogni anno caratterizzano quella...
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Di parere opposto, invece, l'ex inquilino del Collegio Romano, Vittorio Sgarbi, secondo il quale la presenza delle bancarelle davanti all'opera d'arte «è un falso problema». «Piuttosto - sottolinea - mi pare un'opportunità -. Far entrare l'arte nella vita di tutti è uno degli obiettivi dei graffitari». Il murales di Kentridge è stato inaugurato il 21 aprile scorso, in occasione delle celebrazioni del Natale di Roma. Si tratta di un'opera di 550 metri che percorre il muraglione del Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini. Dal titolo «Triumphs and Laments» immortala la storia della Capitale attraverso 80 figure alte fino a 10 metri. Si celebra la fondazione della città, con Romolo e Remo, ma anche la sua tradizione cinematografica, con il celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Anita Ekberg e letteraria, con un ricordo di Pierpaolo Pasolini.
L'opera dell'artista, celebrato anche nel padiglione italiano all'Expo, ha avuto una gestazione piuttosto complessa, con tre anni di polemiche ed incertezze. Poi l'inaugurazione e l'ennesimo ostacolo, con l'arrivo sulla banchina del Tevere delle prime strutture che sarebbero dovute servire per l'Estate Romana. Immagini che hanno fatto presto il giro dei social network, con il lancio anche di una campagna per evitare il presunto «scempio» firmata da molti artisti e cittadini romani. Contrario anche l'ex sindaco Ignazio Marino che su Twitter ha scritto: «Noi abbiamo fatto splendere il lungotevere con l'opera di Kentridge e adesso si oscura con le bancarelle volute da chi governa ora Roma». Oggi la decisione del Campidoglio di rivedere la posizione degli stand, evitando che ostacolino la vista dell'affresco dell'artista sudafricano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero