Roma, al Circo Massimo il primo "Ivory Crush" d'Italia: distrutta mezza tonnellata d'avorio per contrastare il bracconaggio

Roma, al Circo Massimo il primo "Ivory Crush" d'Italia: distrutta mezza tonnellata d'avorio per contrastare il bracconaggio
Prima New York poi Parigi. Ora anche Roma organizza e celebra il primo “Ivory crush” italiano, la campagna internazionale di distruzione dell’avorio per...

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Prima New York poi Parigi. Ora anche Roma organizza e celebra il primo “Ivory crush” italiano, la campagna internazionale di distruzione dell’avorio per contrastare il bracconaggio e il commercio illegale di questo materiale che si ricava dalle zanne degli elefanti. Ed è stato il Circo Massimo a ospitare, questo pomeriggio, la prima tappa della manifestazione, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del capo del Corpo Forestale, Cesare Patrone, del commissario straordinario di Roma Capitale, Paolo Tronca e dei fondatori di Elephant action league.
Oltre mezza tonnellata di avorio, confiscato nel corso degli anni, è stata distrutta per poi essere smaltita definitivamente. Un’azione plateale volta a porre un freno al fenomeno del bracconaggio e al seguente commercio illegale dell’avorio che dal 1989 ha permesso non soltanto a organizzazioni criminali di tratte enormi profitti attraverso il commercio illegale del materiale ma ha anche depauperato una specie animale come quella degli elefanti. 


All’inizio del XIX secolo, ad esempio, in Africa vivevano circa venticinque milioni di elefanti. All’inizio del XX secolo ne erano rimasti già solo cinque milioni. Oggi le stime contano, in tutto il continente africano, circa 350mila elefanti e, circa 35mila sono quelli uccisi ogni anno. 

«Vieteremo anche il commercio legale di avorio in Italia e in Europa, stiamo predisponendo questo nel mio ministero – ha detto il ministro Galletti – Non voglio più vedere oggetti di questo tipo nelle case, nessuno ne dovrebbe avere». «Ogni quarto d’ora – ha concluso il ministro – muore un elefante e la specie si estinguerà tra pochi anni; Io credo che sia un dovere morale dell’Europa che commercializza un terzo dell’avorio a livello mondiale prendere una posizione forte contro il massacro di questi animali». Ieri è stata la volta della dimostrazione, a breve promette il responsabile del dicastero sull’Ambiente, questo obiettivo si materializzerà attraverso l’applicazione della direttiva europea, il piano di azione contro la commercializzazione illegale di avorio. Finora, moltissimi paesi hanno distrutto simbolicamente i propri stock di avorio, confiscati negli anni. Tra questi, ci sono gli Stati Uniti, la Cina, la Francia, il Belgio, le Filippine e poi ancora il Kenia, il Gabon, l’Etiopia, Sri Lanka e Malawi. 


Durante il primo “Ivory crush” italiano al Circo Massimo, ieri, è stato infine passato il testimone ad un rappresentante del Kenya che il prossimo 30 aprile brucerà la più grande quantità di avorio mai distrutta fino ad ora, ben 120 tonnellate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero