Italiano ucciso in Brasile, caccia ai complici. Perquisizioni a tappeto a Roma e nel Lazio

Italiano ucciso in Brasile, caccia ai complici. Perquisizioni a tappeto a Roma e nel Lazio
​Raffica di perquisizioni e interrogatori nelle ultime settimane a Roma e nel Lazio da parte dei carabinieri di Budoni in collaborazione con la polizia brasiliana...

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​Raffica di perquisizioni e interrogatori nelle ultime settimane a Roma e nel Lazio da parte dei carabinieri di Budoni in collaborazione con la polizia brasiliana nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Enzo Albanese, l'intermediario immobiliare milanese di 42 anni, ex carabiniere, ucciso nella notte tra il 2 il 3 maggio scorso da due sicari mentre usciva dalla sua casa a Natal, in Brasile. L'inchiesta è stata aperta dalla Procura di Nuoro dopo che i genitori della vittima, residenti per alcuni mesi all'anno a Budoni, avevano denunciato i fatti alla stazione locale dei carabinieri. La svolta il 29 maggio con l'arresto del presunto mandante, l'uomo d'affari romano Pietro Ladogana, eseguito dai carabinieri di Siniscola a Fiumicino mentre l'uomo si stava imbarcando su un aereo diretto in Brasile. Qualche giorno dopo la polizia brasiliana aveva catturato l'ex moglie di Ladogana, Tamara, e un poliziotto brasiliano, Alexandre Douglas, ritenuto l'esecutore materiale.




Le perquisizioni hanno riguardato tutti i soci e i dipendenti degli uffici italiani di Ladogana. Sarebbero stati proprio gli affari poco puliti da lui gestiti in Brasile, il movente dell'omicidio. Albanese un mese prima di essere ucciso si era aggiudicato l'appalto per la gestione della mensa dello stadio di Natal in vista dei mondiali di calcio, imbattendosi nelle attività illegali di Ladogana che denunciò alle autorità brasiliani firmando così la sua condanna a morte.



Decisiva la confessione di Tamara Ladogana che ha raccontato di un sopralluogo dell'ex marito per localizzare l'abitazione della vittima, poi uccisa mentre rincasava. Ma anche di un tentativo di omicidio di un funzionario del fisco brasiliano, "colpevole" di aver scoperto una consistente evasione del chiacchierato uomo d'affari romano. L'uomo è detenuto nel carcere di Civitavecchia e finora si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere agli inquirenti. Nel frattempo, è stata respinta l'istanza della difesa di Ladogana per ottenere lo spostamento dell'inchiesta da Nuoro a Roma per competenza territoriale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero