Ipa Roma, l'ex responsabile: «Mutui così solo dagli Spada, I Cda scelti dai dipendenti»

Ipa Roma, l'ex responsabile: «Mutui così solo dagli Spada, I Cda scelti dai dipendenti»
Una banca quei prestiti a dipendenti «ultra indebitati» non li avrebbe autorizzati mai, conviene Piero Etnasi, ex responsabile, fino alla fine del 2017, dell'area...

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Una banca quei prestiti a dipendenti «ultra indebitati» non li avrebbe autorizzati mai, conviene Piero Etnasi, ex responsabile, fino alla fine del 2017, dell'area credito dell'Ipa. «Probabilmente li avrebbero autorizzati solo gli Spada». O l'Istituto di previdenza e assistenza del Comune di Roma. Che in molti casi, poi, non ha rivisto un euro: nei documenti riservati dell'ente, aggiornati al 2021, c'è una sfilza di «nessuna rata pagata» accanto ai nominativi dei dipendenti beneficiari dei mutui. Etnasi racconta che fino a quando è stato in carica all'Ipa «tutti pagavano le rate», anche se dalle carte spedite in procura dall'ex commissario Fabio Serini, nominato proprio a metà 2017 e appena revocato da Gualtieri, non sembra così. Anzi. Oggi Etnasi lavora in un altro distaccamento del Campidoglio. Gli chiediamo se ha voglia di essere citato, dato che per i dipendenti comunali è prevista un'autorizzazione per le dichiarazioni alla stampa. «Sì - risponde - non c'è nessun problema, perché non ho fatto niente di male».

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A vedere i documenti interni e gli esposti sull'Ipa, viene l'idea che fosse una specie di bancomat per i dipendenti. Quanto era sindacalizzato l'istituto?
«Il Consiglio d'amministrazione era eletto su liste sindacali».


Cioè il Cda lo eleggevano i sindacati?
«No, era eletto su liste sindacali. Lo eleggevano i dipendenti del Comune di Roma. Adesso c'è un commissario».


Quindi fino a quando c'è stato il Cda, i dipendenti votavano un consiglio, che poi autorizzava loro prestiti anche se erano ultra indebitati.
«Sì, autorizzava dei prestiti. Punto. Non è che autorizzava prestiti solo agli ultra indebitati».

Anche agli indebitati che non pagavano.
«Sì, anche agli indebitati».

A una dipendente che aveva già debiti per 70mila euro, tra l'Ipa e un altro ente, avete concesso 93mila euro di mutuo. In una banca normale non sarebbe mai successo.
«No, ma servivano per estinguere i vecchi mutui».

Un mutuo nuovo, per pagare i vecchi mutui.
«Poteva pagarlo poi con la sua liquidazione, dopo le trattenute».

Alcuni dipendenti si sono licenziati subito dopo avere ottenuto il prestito.
«Non che io sappia, non finché ero lì».

C'è scritto negli esposti. E c'è scritto anche che non venivano attivate le procedure per rivalersi sul Tfr.
«Io mi occupavo solo dell'area credito».

Ora c'è un buco di 51 milioni di euro. O paga il Campidoglio, o salta il banco.


«Mi sembrano tanti soldi».

 

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Il Messaggero