Una sigaretta accesa si consuma nell'oscurità. C'è qualcuno laggiù dove è tutto nero e anche il giorno è notte. Un uomo su un materasso...
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Tre anni fa, era il gennaio 2013, due somali sono morti bruciati lì vicino, un rogo in un altro tunnel dei dimenticati. Avevano acceso un fuoco con i cartoni per scaldarsi, sui gradini del sottoscala dell'uscita di emergenza che porta fuori dal sottopasso. Adesso chi vive laggiù lo sa, il fuoco non si accende.
Chi passa accanto agli ingressi delle gallerie, su Corso d'Italia, si copre naso e bocca con le mani. La puzza non si può sopportare. Un bambino si ferma a curiosare e la mamma lo trascina via. «È una vergogna, non è possibile che in un quartiere così ci sia questo degrado. Noi protestiamo da anni ma niente è cambiato. E adesso siamo proprio stanchi, con questo schifo non si può convivere». Lungo i gradini che portano laggiù rifiuti che nessuno tocca da chissà quanto. Alla fine della rampa su via Piave c'è un piumone arrotolato e lurido, la galleria chiusa dalle inferriate è un gigantesco cassonetto dove finisce di tutto. Qualcuno dorme anche in strada, sulle grate sopra le galleria. Ci sono i cartoni che la notte diventano letti, i giacconi raccolti, le scarpe.
I BLITZ
Una donna con un libro sulle gambe ha sistemato il materasso vicino alle scale, arriva più luce lì. Legge nel tunnel di largo del Brasile, di fronte a via Veneto. Ha un piatto accanto, un pò gira le pagine e un po' mangia. Una rosa rossa in una bottiglia di vetro, così sembra un poco meno inferno. Ci sono le valigie, le cassette per sistemare la roba, sui gradini le taniche d'acqua, le stoviglie. E più in là materassi, piumoni e vestiti. Tornano sempre lì, l'ultimo sgombero è di qualche mese fa, a luglio. Blitz dei vigili urbani nei sottopassi di Corso Italia, spariscono le favelas sotterranee a due passi da via Veneto. L'ultima volta sono stati contati una ventina di giacigli e insieme ai letti improvvisati sono stati portati via cumuli di rifiuti. Tunnel liberi e puliti ma solo per qualche giorno. Poi di nuovo materassi, cartoni di vino e taniche d'acqua.
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Il Messaggero