«I tifosi li vogliamo, le bestie no». Ma anche quando i tifosi non sono bestie la città, da sola, paga per tutti. Virginia Raggi presenta il conto lasciato...
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I PERICOLI
Un pericolo ancora più alto. Così sono stati venduti altri cinquemila ticket. Roma è stata sorpresa dall’orda di “barbari” in pieno orario di lavoro, con la pioggia e soprattutto le tre fermate centrali della metropolitana Spagna e Barberini chiuse oltre a quella di Repubblica mai riaperta dopo l’incidente alla scala mobile in cui, a ottobre, furono coinvolti i tifosi del Cska Mosca. E i poliziotti, seguendo le indicazioni della Digos, hanno fatto sforzi enormi per evitare qualsiasi contatto tra tedeschi e laziali. «Un obiettivo centrato», ha ribadito il questore. Il Campidoglio stima che ogni anno le spese sostenute per le attività e i servizi legati alla stagione calcistica ammontino a quasi 2 milioni di euro. Parliamo di servizi standard che non contemplano i danni, e l’abbandono selvaggio di rifiuti tipo quelli a piazza del Popolo trasformata in pattumiera anche di bottiglie (nonostante l’ordinanza antivetro) o, peggio, del Feyenoord tre anni fa quando gli olandesi danneggiarono la Barcaccia. Al conto si aggiungono i danni ai privati: in questo caso un supermercato danneggiato, i cassonetti dati alle fiamme, i vetri spaccati delle auto e dei ristoranti a Trastevere per opera di incappucciati, probabili ultrà laziali. Raggi ieri ha sottolineato come il Comune si trovi da solo a pagare l’impatto di questi eventi che comportano turni straordinari della polizia locale, operazioni di pulizia e bonifica da parte di Ama e servizi di trasporto dedicati esclusivamente ai tifosi (giovedì ben 70 autobus). Dando un’occhiata alle spese dell’ultima stagione calcistica 750mila euro sono stati impiegati solo per i vigili, 370mila per altri eventi calcistici, 65mila per gli incontri di rugby e Golden Gala. Di pulizie, Roma ha speso 400mila euro mentre Atac ha sborsato 240mila euro per navette e mezzi vandalizzati. Ecco perché il Comune chiede risorse e poteri speciali. Il vero obiettivo è riuscire a non far arrivare chi è colpito da provvedimenti. Era stato lo stesso organismo del Viminale a definire l’incontro con i tedeschi «ad alto profilo di rischio». Il punto però è che le polizie straniere non collaborano, ha ripetuto anche ieri Basilone. E buchi informativi ci sono stati dalla Germania, persino nella distribuzione della brochure della Questura in lingua tedesca alla tifoseria non ci sarebbe stata collaborazione.
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Il Messaggero