«Negro» e poi il pestaggio. Un cittadino eritreo ospite nella struttura della croce rossa di via del Frantoio, al Tiburtino III, è stato insultato e poi...
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I SOCCORSI
Il rifugiato è stato trasportato su un'ambulanza in ospedale dove i medici gli hanno riscontrato la frattura dello zigomo: è ricoverato a scopo precauzionale, la prognosi è di 30 giorni e forse dovrà essere operato.
Saranno le forze dell'ordine ad indagare dopo l'esposto denuncia portato avanti dalla croce rossa. Da alcune testimonianze sembra che la vittima dell'aggressione sia una persona tranquilla e che non ha mai dato nessun tipo di problema all'interno della struttura. Le indagini si baseranno anche su alcune telecamere di negozi per potere individuare i quattro sull'auto bianca. Se gli inquirenti riuscissero ad individuare il modello o addirittura la targa il caso potrebbe risolversi nel giro di pochi giorni.
Continua l'atmosfera di tensione intorno al centro della Croce Rossa di 80 posti creato due anni fa. Il sei settembre un presidio di Casapound si presentò con megafoni e striscioni nella sede del IV Municipio proprio per chiedere la chiusura del centro. Con Casapound erano presenti anche alcuni residenti. Il 13 settembre fu convocata dal municipio un'assemblea straordinaria per discutere della possibilità di chiudere il centro. La notte del 29 agosto si registrarono dei tafferugli fra alcuni residenti e immigrati di via del Frantoio.
Venne soccorso un eritreo con una ferita da arma da taglio alla schiena. «Quest'episodio ci lascia sconcertati - dichiara Debora Diodati, presidente della Croce Rossa di Roma, riferendosi al pestaggio dell'eritreo - Va fatta luce su questa vicenda. Siamo se capisco bene di fronte a un caso di violenza gratuita verso una persona inerme. Chi alimenta tensioni faccia un passo indietro».
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Il Messaggero