Per la prima volta a Roma sbarca «Inqua», il più grande evento mondiale sui cambiamenti ambientali

Inqua 2023 “Time for change” è in programma dal 13 al 20 luglio all’Università La Sapienza di Roma

Per la prima volta a Roma sbarca «Inqua», il più grande evento mondiale sui cambiamenti ambientali
Tre giorni al via di Inqua 2023 «Time for change», il convegno mondiale sui cambiamenti ambientali giunto alla sua XXIesima edizione, in programma a Roma alla Sapienza...

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Tre giorni al via di Inqua 2023 «Time for change», il convegno mondiale sui cambiamenti ambientali giunto alla sua XXIesima edizione, in programma a Roma alla Sapienza dal 13 al 20 luglio.

L’appuntamento, tanto atteso dalla comunità scientifica, è articolato in 208 sessioni che vedranno coinvolti oltre 3000 relatori di 102 paesi, che in 14 sessioni parallele si confronteranno sull’evoluzione del pianeta, della biosfera e dei processi geologici.

Inqua è interamente dedicato alle ricerche sul Quaternario, il periodo geologico iniziato 2,5 milioni di anni fa e nel quale ancora oggi viviamo. Per questo il suo studio è essenziale per la comprensione delle attuali dinamiche dei sistemi naturali, correttamente inquadrate in una prospettiva di evoluzione nel tempo.

Recentissimi studi sulla grotta Guattari a San Felice Circeo, su di un’area nel comasco interessata da fenomeni sismici, nuove perforazioni e un vertice imminente al lago del Fucino, una originale cartografia geologica. Queste alcune delle principali novità che saranno discusse nella settimana del convegno tra studiosi provenienti da tutte le parti del mondo.

«Siamo onorati di poter ospitare per la prima volta a Roma la comunità scientifica internazionale della geologia – commenta il prof. Francesco Latino Chiocci presidente del XXIesimo congresso INQUA 2023 – cercando di offrire un contributo utile alla comprensione dei fenomeni ambientali attraverso lo studio dei cambiamenti avvenuti nel periodo del Quaternario, che sembra lunghissimo ma che in realtà rappresenta l’ultimissima parte della storia del nostro pianeta. Questa ricerca è fondamentale per avere una conoscenza di base delle trasformazioni avvenute, per poter consentire ad altri scienziati di prevedere e anticipare quelle che si verificheranno, considerando anche la principale variabile intervenuta nel frattempo: l’attività della specie umana che nel frattempo si è evoluta e ha iniziato ad incidere sull’ambiente e sul territorio».

 

 

 

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Il Messaggero