Roma, strisce e cartelli sbiaditi: un incidente su tre è colpa della segnaletica

Roma, strisce e cartelli sbiaditi: un incidente su tre è colpa della segnaletica
Un incidente su tre, per le strade romane, è dovuto alla cattiva manutenzione della segnaletica: strisce pedonali sbiadite, stop invisibili, divieti d’accesso...

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Un incidente su tre, per le strade romane, è dovuto alla cattiva manutenzione della segnaletica: strisce pedonali sbiadite, stop invisibili, divieti d’accesso divelti, persino semafori oscurati da foglie che tracimano da rami di alberi non potati. Un dato in aumento, negli ultimi anni, fino a sfiorare quota trenta denunce al giorno di sinistri stradali attribuite proprio alla carenza di adeguati segnali apposti dall’amministrazione comunale (sugli 800 chilometri di viabilità principale) e dai Municipi (sui 4.700 chilometri rete stradale secondaria). La strada romana più pericolosa di tutte, secondo i dati della polizia locale, resta via Cristoforo Colombo, seguita da via Tiburtina, via Cassia e via Casilina: le grandi arterie sono saldamente in testa alle classifiche cittadine di rischio. Ma le insidie, soprattutto per i pedoni, arrivano anche dalle strade di quartiere, dove la segnaletica è spesso inesistente.


D’altronde è scaduto venerdì scordo l’ultimo termine fissato per (rinnovare) l’offerta di partecipazione alla gara d’appalto, in attesa di riprovare ad aggiudicarla, per «la manutenzione ordinaria della segnaletica» orizzontale e verticale «con onere di pronto intervento» in caso di necessità urgenti. Ma i bandi - uno per la grande viabilità, l’altro per le strade di competenza dei Municipi - risalgono a molto tempo prima: era il 2016 quando, per utilizzare i fondi residui stanziati per il Giubileo della Misericordia, il Campidoglio aveva deciso di affidare il buono stato di cartelli stradali, attraversamenti pedonali e simili a contratti triennali, dividendo il territorio della Capitale in quattro lotti, per un totale di 3,3 milioni di euro. Qualcosa, evidentemente, non è andata per il verso giusto, come si può notare in giro per Roma. A provocare il disastro e l’infinita serie di rinvii, riunioni delle commissioni aggiudicatrici saltate, slittamenti dei termini: dopo le ultime inchieste, che hanno messo in luce alcuni meccanismi utilizzati in passato, negli uffici del Comune di Roma è diventato sempre più difficile trovare dirigenti e funzionari disposti a mettere la firma sotto atti delicati ma fondamentali per la macchina amministrativa.


Lo dimostra la difficoltà con la quale, negli ultimi anni, sono state costituite le commissioni per assegnare gli appalti capitolini. Tra malattie e impegni di altro tipo, le sedute sono andate troppo spesso deserte, paralizzando gare molto importanti, come appunto quelle inserite nel dossier per l’Anno santo. «Roma è al collasso, il patrimonio viario della Capitale è stato abbandonato completamente dalla Raggi, tra cantieri fermi e bandi pubblici al palo - attacca Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi alla Regione - Tante le gare bloccate per incapacità dell’amministrazione grillina e, dopo le mancate riqualificazioni delle strade, non sono ancora partiti gli interventi sulla segnaletica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero