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Le associazioni dei familiari delle vittime della strada suonano i loro campanelli d'allarme: nel Lazio si continua a morire per incidenti. Scontri tra auto, con o senza pedoni, sta di fatto che da inizio anno a oggi per le vie di Roma e provincia sono morte 80 persone. Poco più di una vittima ogni due giorni. Secondo l'Asaps, l'Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, di soli pedoni ne sono morti 20 nella Capitale (37 nel Lazio), due, invece, i ciclisti che hanno perso la vita. Numeri che confermano le analisi delle forze dell'ordine e le progressioni dell'Istat. «Questo dato - spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps - è parziale e non tiene conto dei gravi feriti che molto spesso perderanno la vita negli ospedali anche a distanza di mesi». Una situazione particolarmente critica, quella del conto delle vittime sulle strade della città, proprio perché il prezzo dei sinistri si può pagare caro dopo molto tempo. E i feriti gravi portati in ospedale, nelle ipotesi migliori, possono uscirne vivi al termine di una lunga degenza. Comunque, ci sarebbe a Roma una crescita delle morti in strada che, in questo periodo, si attesterebbe almeno intorno al 30% rispetto allo stesso lasso di tempo dell'anno precedente.
I MOTIVI
Il Campidoglio sta lavorando per creare una figura dedicata per aiutare chi attraversa la strada.
«Di 30.000 persone che ho avuto modo di formare in tanti anni di attività, nessuno è mai stato coinvolto in un incidente stradale, a dimostrazione del fatto che fare corsi di guida sicura può essere importante per evitare di essere protagonisti di gravi sinistri», dice Paolo Ciuffi, istruttore di guida sicura. «La media del traffico a Roma è bassa e va intorno ai 10 chilometri orari - aggiunge - ben sotto, dunque, il limite orario dei 30 km/h. Basta una formazione in più per rendere più sicuro e più snello il traffico». Per Valentina Borgogni, presidente della associazione che porta il nome del fratello Gabriele morto in un incidente, «è necessario mettere più agenti nelle strade». «Comuni come Roma, Firenze e Milano dovrebbero chiedere un confronto con il governo centrale per la sicurezza stradale: le grandi città hanno il 73% delle morti nelle strade urbane».
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
Il Messaggero