Roma, tragico schianto a Lunghezza: 4 ragazzi morti

Roma, tragico schianto a Lunghezza: 4 ragazzi morti
Le mani sporche di sangue e terra, gli occhi gonfi di lacrime. «Ci ho provato, ho affondato le mani tra i rovi, ho trovato solo un cappellino, poi non ce l’ho fatta e mi...

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Le mani sporche di sangue e terra, gli occhi gonfi di lacrime. «Ci ho provato, ho affondato le mani tra i rovi, ho trovato solo un cappellino, poi non ce l’ho fatta e mi sono fermato, era pieno di sangue». Piange mentre abbraccia mamma Daniela, prova a consolarla: «Ora Andrea è in cielo insieme al suo papà». Robert Iengo, occhi chiarissimi, con la disperazione di chi prova a fermare la morte, ha tentato di recuperare gli effetti personali dei suoi quattro amici morti nello schianto in via del Fosso dell’Osa, a Lunghezza. «Sono angeli, ora sono angeli» dice insieme agli amici arrivati in casa di Andrea Di Luzio, il 22enne che guidava la Ford Focus grigia schizzata via in un fosso dopo essersi schiantata contro una palina di un bus e un albero.






I PICCOLINI

Accanto ad Andrea c'era Emanuele Boccuzzi, 22 anni, dietro i “piccolini”, così li chiamavano Alessio Galvanio, 17 anni, studente alle superiori, Jacopo Tenaglia, 17, che sognava di fare il cuoco. Tifavano tutti la Roma, tifavano tutti la vita. «Non ce la faccio, non riuscirò a sopravvivere, Andrea non c’è più» grida Daniela, la mamma, costretta a scontrarsi ancora una volta con l'umiliazione della morte. «Cinque anni fa il marito, guardia penitenziaria, se n'è andato, stroncato da un infarto» racconta Lia, amica di famiglia.



IL VIAGGIO

Sul camino c'è la foto di Andrea e del suo papà, intorno al tavolo della cucina i volti di giovanissimi che provano a farsi forza. Daniela piange, è stanca, ha un malore: ha viaggiato per tutta la notte per tornare a casa dalla Puglia dove era in vacanza con la figlia più piccola, Alessia. I quattro ragazzi avrebbero dovuto trascorrere la notte a casa di Andrea, poi la domenica sarebbero andati al mare. «Sono morti a pochi metri da casa, erano quasi arrivati, adesso basta, nell’ultimo anno erano morti altri due ragazzi della comitiva in incidenti con le moto» dice disperato Ciro, il papà di uno degli amici del gruppo. Dennis si era schiantato con la moto il 15 agosto dello scorso anno. «Al suo funerale c’era anche la mamma di Andrea, mai avrebbe potuto immaginare di dover piangere suo figlio a meno di un anno sempre per un incidente» racconta una vicina. Tanti i fiori e i bigliettini lasciati sul luogo dell’incidente.



LA CAMERETTA


Emanuele sul suo profilo Facebook ricordava quasi ogni giorno Dennis: «Ti penso sempre sei nella mia mente ti vorrei con me» aveva scritto qualche giorno fa. Rabbia, disperazione e lacrime per i piccolini del gruppo, Jacopo e Alessio. «Siete angeli», «Rip», «non vogliamo crederci che sia successo di nuovo» i messaggi disperati sui social network degli amici. Disperata la lettera della sorella di Andrea, Alessia, ancora bambina, che su Facebook cerca un po’ di conforto: «Fratellino sii forte, sei volato via troppo presto, come farò senza di te? Sei una parte di me, la più speciale: andró sempre in cameretta tua, te lo prometto, guarderò le tue foto bellissime, giuro, non ti dimenticherò mai». Tragici i racconti dei testimoni: i ragazzi tornavano da Frascati, dietro di loro gli altri amici in due auto che hanno visto scomparire la Ford Focus. Poi il silenzio, il buio e i corpi lacerati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero