Muore in moto a 42 anni a Maccarese, incidente per velocità e asfalto sconnesso

Dalle prime ricostruzioni dei testimoni sembra che procedesse a velocità sostenuta, il contagiri si sarebbe bloccato con la lancetta molto in alto

Muore in moto a 42 anni a Maccarese, incidente per velocità e asfalto sconnesso
Un altro incidente mortale sulle strade di Maccarese. Questa volta a volare nel vuoto tra l’asfalto e i campi è stato S.R., un 42enne non residente nel Comune di...

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Un altro incidente mortale sulle strade di Maccarese. Questa volta a volare nel vuoto tra l’asfalto e i campi è stato S.R., un 42enne non residente nel Comune di Fiumicino. A bordo della sua moto sportiva nel primo pomeriggio di ieri aveva appena imboccato via dell’Olivetello, un lungo stradone di diversi chilometri che taglia in due la campagna di Maccarese.

 

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Una volta arrivato al gruppo di case vicino a via della Luna, ha perso il controllo della moto, non è chiaro il motivo. Dalle prime ricostruzioni dei testimoni sembra che procedesse a velocità sostenuta, il contagiri si sarebbe bloccato con la lancetta molto in alto. In quel punto ci sono diversi alberi a fianco della strada e non è escluso che qualche radice possa aver contribuito a far perdere aderenza alle ruote. Inevitabile il volo, purtroppo tragico, perché l’uomo sarebbe finito contro un muretto basso al confine con uno dei campi agricoli.


I SOCCORSI
I primi soccorritori usciti dalle case hanno subito capito che c’era poco da fare, l’urto è stato troppo violento. «Aveva ancora il casco in testa – racconta Andrea che è passato subito dopo l’incidente sui detriti della moto – non mi sono reso conto, avevo il sole negli occhi. Poi dallo specchietto retrovisore ho visto la moto nel campo e il corpo che stava distante, sul bordo della strada». Poco dopo qualcuno, pietosamente, ha messo un telo sopra quel corpo, mentre la Polizia Locale cercava di ricostruire la dinamica dell’incidente. «Su queste strade lunghe e dritte molti corrono troppo – racconta un residente – ignorano che basta un niente per farti volare nei campi». Non è certo la prima volta che quei viali di campagna si rivelano una trappola mortale. Tutto intorno lo sguardo si perde per ettari sulle coltivazioni di carote, dando un senso illusorio di libertà che spinge a lasciar andare l’acceleratore. Per poi scoprire che basta un leggero cedimento della strada, una buca, una cunetta, per rischiare in un istante di perdere tutto.

 

 

IL LUOGO DELLO SCHIANTO


È successo a nemmeno un chilometro di distanza, il 3 luglio scorso, anche a Manuel Mura, 25 anni, nato a Fiumicino. Alla guida della sua moto, una Honda CBR, viaggiava in viale di Porto in direzione di Fregene. Quando è arrivato all’incrocio con via della Veneziana ha perso il controllo. Sbandando ha urtato il montante di un camion parcheggiato sulla strada, morendo sul colpo. Secondo alcuni testimoni, superati poco prima, procedeva ad alta velocità. Altra strada in aperta campagna, altro motociclista deceduto. Era il 2 giugno del 2020 quando un 50enne romano mentre era alla guida del suo scooter in via della Trigolana, nemmeno 500 metri dall’ultimo incidente, sul rettilineo è finito fuori strada sotto il terrapieno della carreggiata. È stato ritrovato dai passanti che hanno avvisato il 118, anche in questo caso non si sono trovati segnali di una collisione con auto. Morti solitarie, senza nessuno vicino. Solo i campi e quella moto che all’improvviso scarta di lato e se ne va.
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Il Messaggero