Incidente Boccea, Marino: «Quei rom sono persone indegne della nostra società»

Incidente Boccea, Marino: «Quei rom sono persone indegne della nostra società»
«Spero questi criminali siano catturati e puniti dalla giustizia italiana nel modo più severo possibile: sono persone non degne della nostra società». Queste le durissime...

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«Spero questi criminali siano catturati e puniti dalla giustizia italiana nel modo più severo possibile: sono persone non degne della nostra società». Queste le durissime parole del sindaco di Roma Ignazio Marino sui due ricercati per l'incidente nel quale ha perso una vita una donna filippina e otto persone sono rimaste ferite.




Le parole del sindaco arrivano dopo la visita al Policlinico Gemelli a due donne ferite nell'incidente stradale mortale avvenuto pochi giorni fa nel quartiere Boccea. «Vogliamo arrivare quanto prima all'arresto di questi banditi e criminali - aggiunge - Persone che non danno alcun valore alla vita umana. E per questo non sono degne della nostra società. Questo è stato il mio primo pensiero con questore e prefetto».



«Ci sono stati dei toni disgustosi di una politica che cerca di guadagnare voti su una tragedia», ha detto ancora Marino, «Noi cercheremo di affrontare e risolvere i problemi non con sentimenti di vendetta ma di giustizia. La questione dei rom e dei sinti è importantissima ma non è solo italiana ma europea. Questo tema va affrontato ma chi dice che va fatto in due-tre giorni non sa di che cosa sta parlando».



«Le nostre città sono sotto un indiscutibile stress che dipende da sfide importanti del nostro tempo. Penso sia sbagliato giudicare sulla base dell'etnia. Bisogna giudicare sulla base dei comportamenti». «Qui siamo di fronte a criminali che senza nessun rispetto per la vita umana hanno preferito uccidere piuttosto che fermarsi - aggiunge - Questi sono banditi. Qualunque sia il colore della loro pelle, la loro religione questi sono delinquenti che vanno puniti».




Poi il sindaco ha sottolineato: «Non possiamo tollerare insediamenti abusivi che mettono a rischio l'equilibrio di una città complessa come Roma. La stella polare che abbiamo in testa è la legalità».



Marino ha quindi affermato: «Penso che questo Paese non possa aprire le porte a persone che non rispettano la legge, che vivono con atti criminali, che non mandano i bambini a scuola e non hanno intenzione di integrarsi con la nostra comunità. È chiaro che altre persone e la donna filippina morta Corazon ne è un esempio, arrivano nel nostro Paese, si integrano e amano la società in cui vivono. Bisogna certamente distinguere ed essere molto severi con chi non viene qua con l'intenzione di costruire una propria vita ma di delinquere. Abbiamo avviato un percorso che stiamo compiendo allontanando dai campi chi non ha diritto di starci. E proseguiremo su questa strada. L'idea deve essere, come indicato dall'Unione Europea, dare opportunità a persone che vivono nella legalità ed essere inflessibile e severi con tutti gli altri, ma senza sentimenti di vendetta. Così come non ci siamo spaventati della criminalità mafiosa così stiamo affrontando la questione campi nomadi, che durante gli anni della giunta Alemanno sono diventati un altro elemento per servirsi dei poveri per arricchirsi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero