È ancora senza indagati l'indagine avviata dalla Procura di Roma dopo l'incendio scoppiato all'interno di un padiglione dell'ospedale San Camillo nella...
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«La struttura è a norma e l'impianto antincendio ha funzionato correttamente e con regolarità, il personale ha reagito benissimo». Così, Antonio D'Urso, direttore generale dell'ospedale San Camillo di Roma ha risposto alla domanda se ci fossero state delle carenze che possono aver contribuito al drammatico esito dell'incendio divampato la notte tra sabato e domenica nel reparto di medicina generale. «Ci dispiace tantissimo, sono giorni durissimi, ma la struttura ha risposto come doveva rispondere».
«Non sappiamo spiegarci le cause - ha aggiunto il dg - I materiali della stanza sono classificati come resistenti al fuoco, il letto non era elettrico e non c'erano materiali elettrici in funzione.
Un concetto ribadito anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che si è recata all'ospedale per un sopralluogo. «Si è trattato di un evento imprevedibile» a cui «il personale, bravissimo, ha reagito in modo tempestivo, con grande professionalità di tutti: un'ora dopo l'incendio, già il reparto era di nuovo operativo», ha spiegato la Lorenzin. Il paziente sopravvissuto, ha aggiunto, è sotto choc ed è assistito da uno psicologo. «Il personale ha dimostrato una grandissima professionalità», ha ribadito Lorenzin, sottolineando la vicinanza alla famiglia della vittima e a tutto l'ospedale. «Le procedure d'allarme sono scattate nei tempi giusti - ha precisato il ministro - tanto che è stato possibile riprendere rapidamente il lavoro».
Sul posto anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha incontrato sia il Direttore Generale che gli operatori intervenuti dopo l'incidente. Sulla dinamica dei fatti, il paziente ricoverato nella stessa stanza del deceduto ha dichiarato all'azienda di aver visto «il fuoco provenire dal lenzuolo, dalla parte bassa del letto, verso i piedi». E a dare l'allarme sarebbe stato proprio il suo compagno di stanza, uscito incolume dal rogo grazie all'assistenza di infermieri e guardie giurate intervenute immediatamente. Per la vittima, Gheorge Andoni, moldavo, residente ad Ostia, invece, bloccato a letto a causa dell'amputazione di un piede, non c'è stato nulla da fare, gli infermieri e il personale non sarebbero riusciti a portarlo in salvo. I fatti tuttora al vaglio dell'autorità giudiziaria.
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Il Messaggero