Ecco l'articolo pubblicato su Il Messaggero il 5 luglio del 2000, il giorno dopo il grande incendio che distrusse la pineta di Castel Fusano. ...
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Centinaia di ettari di verde in cenere, un campeggio evacuato, decine di cavalli morti carbonizzati, abitazioni incendiate, diversi senzatetto, strade chiuse per ore e una ventina di intossicati. Apocalisse di fuoco e fumo ieri a Ostia dove plotoni di uomini hanno combattuto per tutto il giorno una dura battaglia contro la barbarie di qualche piromane. Gli incendi, esplosi al mattino e alimentati dal forte vento di scirocco, sono infatti di sicura origine dolosa. Due unità di crisi, allestite rispettivamente presso il comando dei vigili del Fuoco di via Genova e nella XIII Circoscrizione in via Celli, hanno tentato di fronteggiare la drammatica emergenza, cresciuta a dismisura nell'arco di poche ore. Il prefetto di Roma, Enzo Mosino, che ha coordinato gli interventi, in serata ha richiesto all'Esercito e ottenuto dal Fod di Napoli l'invio di 30 militari di supporto al personale già impiegato nelle operazioni di spegnimento. I primi due focolai sono esplosi intorno alle 9,30 in zone diverse del parco di Castelfusano, in via del Circuito e presso la Villa di Plinio. «L'origine è dolosa conferma l'assessore comunale all'Ambiente, Loredana De Petris intervenuta sul posto e presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica segnalando anche un altro particolare inquietante: le bocchette antincendio della pineta sono state manomesse a martellate». L'ipotesi dolosa è condivisa dai vigili del fuoco: nella notte precedente ben sette erano stati i focolai d'innesco. Un primo bilancio parla di non meno di 60 ettari di bosco ridotto in carbone. E vanno aggiunte le decine di migliaia di metri quadrati delle Acque Rosse e dei campi coltivati di Ostia Antica e Infernetto.
Le fiamme, alimentate dal vento, si sono propagate violentemente nonostante l'impiego di cinque cisterne del servizio giardini, di una dozzina di mezzi dei vigili del fuoco (compresi due schiumogeni provenienti dall'aeroporto), di due canadair e di un elicottero. I velivoli a causa delle negative condizioni meteomarine sono stati costretti ad approvvigionarsi d'acqua sul lontano lago di Castelgandolfo. A dar man forte anche 20 cisterne e 30 operatori dell'Ama. Una coltre di fumo ha oscurato il cielo raggiungendo persino alcuni quartieri di Roma come Prati, Monte Mario, Boccea, il Delle Vittorie dove è piovuta cenere. Nel pomeriggio la situazione si è fatta più critica. Al punto di dover chiudere molte strade: la Colombo dal mare ad Acilia, via dei Pescatori, via Ostiense, via di Castelfusano, via Canale della Lingua, la Litoranea, via di Villa di Plinio, via del Lido di Castelporziano. L'Atac ha fermato lo 018, limitato a via Pernier lo 014 e a piazzale lo 06, rallentato 061 e 07barrato. Ma il dramma è scoppiato verso le ore 17 quando le lingue di fuoco hanno attaccato i centri abitati. Tredici bambini tra i 2 e i 4 anni dell'asilo Internazionale di via Canale della Lingua sono rimasti lievemente intossicati dal fumo e portati in ospedale dove sono stati assistiti dal personale medico. Un ristorante e un magazzino dell'Ufficio spiagge comunale sono stati divorati dalle fiamme. Ore di terrore anche in via Pernier, in via Bazzini, in via Saponara.
Alla Longarina quattro carabinieri hanno dovuto portare via con la forza due anziani che non volevano lasciare la loro abitazione, aggredita dal fuoco; i militari sono finiti al ”Grassi”.
Il Messaggero