Incendio a Fiumicino, ultimatum del pm «Tre mesi per bonificare l'aeroporto»

Incendio a Fiumicino, ultimatum del pm «Tre mesi per bonificare l'aeroporto»
Tre mesi di tempo per mettersi in regola con la sicurezza. La procura di Civitavecchia chiede interventi rapidi e urgenti all’aeroporto di Fiumicino e lo fa sulla base di una...

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Tre mesi di tempo per mettersi in regola con la sicurezza. La procura di Civitavecchia chiede interventi rapidi e urgenti all’aeroporto di Fiumicino e lo fa sulla base di una relazione dei Vigili del fuoco depositata l’11 giugno scorso e di recente inviata dal procuratore Gianfranco Amendola alla Prefettura e al Viminale. Il magistrato insiste perché si faccia in fretta, altrimenti il rischio enorme è che si arrivi alla chiusura dell’intero Leonardo Da Vinci. Le ragioni starebbero nel materiale non idoneo e non antincendio individuato tra il controsoffitto e il tetto di tutti i terminal, qualcosa simile alla plastica che potrebbe aver facilitato la diffusione del fuoco e che, insieme ad altre carenze, sarebbe stata evidenziata nella consulenza consegnata al pm.




Aeroporti di Roma ha partecipato ai sopralluoghi e ha istituito immediatamente un pool di un centinaio di ingegneri che si stanno occupando dell’immediato recupero. «Stiamo lavorando in modo tale da ottemperare a quanto richiesto nei tempi prescritti», hanno chiarito.



GLI INTERVENTI Del resto sono tanti gli eventi importanti che stanno per interessare la Capitale, sarebbe quindi un bel disastro se l’aeroporto non fosse in piena efficienza, con la magistratura pronta a prendere provvedimenti ancora più drastici. I vigili, nella loro relazione, hanno sottolineato quello che non funziona e la procura ha indicato le date per gli interventi: entro novanta giorni va eliminato il materiale inidoneo e va aggiornato il piano di emergenza.



Entro sei mesi va rivisto il piano antincendio e va adeguata la sala di controllo macchine che gestisce tutti gli interventi. Nel frattempo, Adr sta già lavorando sulle aree disponibili. Mentre la procura ha dissequestrato il molo D e l’area del Terminal 3 dove si era sviluppato l’incendio, in modo da facilitare le bonifiche e far ripartire il recupero. I tempi di riapertura annunciati sono vicini, almeno stando alle dichiarazioni del presidente di Enac, Vito Riggio, che ha comunicato la ripresa dell’attività del Terminal 3 per il 28 di questo mese, con l’aeroporto a pieno regime.



GLI INDAGATI Amendola, poi, va avanti con le indagini. Al momento sono cinque le persone iscritte sul registro degli indagati e sono due i fascicoli d’inchiesta, quello sull’incendio colposo che vede coinvolti quattro operai di una ditta esterna e il funzionario Adr responsabile della manutenzione. Mentre il secondo riguarda l'immediata riapertura del molo D sulla base di un'autorizzazione di un funzionario dell'Asl RmD, indagato per abuso d'ufficio.



Con quest’ultimo sono stati iscritti anche Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, i responsabili legali di “Adr security” e “Adr cleaning”. Per giorni i dipendenti avevano accusato patologie e malessere. La riapertura, a dieci giorni dal rogo, era stata decisa dopo una riunione tra i responsabili aeroportuali e il rappresentante dell’Asl. I dipendenti avevano accusato disturbi, tanto che la stessa Asl aveva affidato all’Arpa nuovi esami rilevando la presenza di sostanze nocive. Circostanza che ha portato all’iscrizione dei tre manager.
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Il Messaggero