In chat riecco le convocazioni, l’emozione della normalità

In chat riecco le convocazioni, l’emozione della normalità
Sulla chat un foglietto bianco e lungo che non si vedeva da tanto tempo. Compare all’improvviso e ci si scopre delicatamente goffamente emozionati. Neanche lo leggiamo. Non...

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Sulla chat un foglietto bianco e lungo che non si vedeva da tanto tempo. Compare all’improvviso e ci si scopre delicatamente goffamente emozionati. Neanche lo leggiamo. Non è curiosità, è altro. È un po’ di normalità che torna e fa sussultare. Una convocazione, una partitella, erano mesi che i ragazzi si allenavano a calcio senza contatto... e senza l’obiettivo di stare in squadra e giocare nel weekend. I genitori hanno respirato un poco, i tour de force per l’hinterland erano un ricordo come le convocazioni. Ma c’è un’età in cui tutti a Roma sognano di esser Totti poi passa. Però da sola. Non per apatia e limitazioni covid. Non era sano né giusto, seppur necessario (specie se intanto in tv si continuavano a seguire ben altre partite). In extremis, il regalo di maggio: i ragazzi tornati in campo. I genitori ancora no, cancelli chiusi, spalti vietati. Ma non demordono. Continuano con nuovo slancio a inoltrarsi su sentieri impervi e appollaiarsi su muretti aggrappati a reti e alberi. Lontani lontanissimi (qualcuno usa il teleobiettivo!) per la gioia di qualche mister che può “parolacciare” in pace senza che papi o mamy se la prendano a male. Prove tecniche di pseudonormalità. Un po’ della vita di un tempo che torna, un tassello alla volta, dopo averla vista totalmente rivoltata. La scoperta che non era poi tanto male.

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Il Messaggero