I cinque minorenni denunciati per le risse nel centro per richiedenti asilo dell'Infernetto potrebbero essere trasferiti fuori dal Lazio. L'assessorato alle politiche...
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Il personale dell'Ufficio Minori insieme agli assistenti sociali in queste ore si sta concentrando sui cinque ragazzi che sono stati denunciati per avere colpito a colpi di spranghe gli ospiti appartenenti a un “gruppo rivale” all'interno della casa “Le Betulle”. Dato il clima che si è creato, per loro a questo punto la permanenza nel centro è altamente sconsigliata, per questo è allo studio l'ipotesi di un trasferimento, anche fuori regione, che dovrebbe avvenire, dopo tutti gli accertamenti del caso, entro due settimane. Per gli altri invece dovrebbero essere trovate strutture alternative in un mese.
ALLARME PER IL CORTEO
Intanto all'Infernetto sale la tensione per la manifestazione di domani pomeriggio. Si teme soprattutto per la presenza dei gruppi neofascisti e quindi per eventuali tensioni davanti al centro che in via Salorno ospita i minori. Molti residenti fanno avanti e indietro nella zona dove si trova il casale. C'è chi si ferma e si limita a guardare. Chi abbassa il finestrino e grida: «Andatevene». Dentro i ragazzini vengono controllati a vista dagli operatori della Cooperativa Sociale Domus Caritatis, in questo momento anche una partita a pallone nel cortile potrebbe trasformarsi in una miccia. Anche nei social, su Facebook soprattutto, la parola d'ordine sembra essere «Cacciamoli». Il presidente del X Municipio Andrea Tassone è preoccupato. «Anche il leghista Mario Borghezio verrà a protestare e a fomentare la cittadinanza contro quello che ritengo un dramma umano. E' una strumentalizzazione pericolosa». Alcuni residenti intanto ieri hanno inviato una lettera al sindaco Marino per denunciare il senso di insicurezza che si vive nel quartiere. «Da anni chiediamo una caserma dei carabinieri - dice il presidente del Comitato “Infernetto Sicuro”, Giosuè Mirizio - A Tor Sapienza dove hanno protestato violentemente ne hanno due. A noi che abbiamo solo raccolto le firme nemmeno mezza».
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Il Messaggero