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Un simbolo orgoglio del proprio quartiere. E’ questo quello che vuol essere “il presepe” del Villaggio Olimpico esposto ogni Natale da dieci anni a questa parte nella parrocchia di San Valentino ai Parioli in via Belgio 13. «E’ una tradizione che si rinnova tutti gli anni esposto dall’Immacolata Concezione fino alle Befana - dice il suo creatore Piero Di Prinzio che ha sempre vissuto al “Villaggio - le 25 case di quest’anno rappresentano un piccolo borgo laziale con tanto di intonaco e con impianto elettrico su ognuna senza dimenticare balconi e tetti curati in ogni più piccolo particolare compresi gli arredi interni.
C’è anche una piccola piazza con tutti i personaggi compresa la natività che è stata comprata a San Gregorio Armeno dal parroco e posta sotto un arco che è nella parte più alta del presepe». Nel borgo medievale ci sono tutte le botteghe, da quella del falegname, del fabbro a quella del vivandiere: «Mi sono occupato della parte paesaggistica, per il resto sono stato aiutato da Massimo Casciotti diacono della chiesa e Aldo Bicchieri anche lui presepista - ci tiene a precisare Di Prinzio - i personaggi compresa la natività invece sono stati acquistati dal parroco».
Un presepe che vuol essere un messaggio di speranza inviato da tutti i residenti affinché tutti i problemi che attanagliano il Villaggio Olimpico vengano risolti al più presto: «I problemi più grandi sono il perdurare dello stazionamento dei camper dei nomadi in tutto il Villaggio che crea degrado, in secondo luogo la prostituzione dei viados che continua in tutti questi anni, in via Egitto, via Perù e via degli Olimpionici - specifica il consigliere municipale Francesco De Salazar - senza tralasciare il problema dell’incuria delle aree verdi e quella della mancata manutenzione alle case comunali di via Colombia».
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