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I Monasteri benedettini di Subiaco, a nord est dalla Capitale nella Valle dell’Aniene sono stati candidati a sito Unesco. Il Sacro Speco dove il Santo di Norcia meditò la sua regola, “ Ora Et Labora “ e si ritirò in preghiera per tre anni e il Monastero di Santa Scolastica fanno parte dei siti religiosi benedettini scelti dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco presieduta da Franco Bernabè. Insieme ai due Monasteri sublacensi ci sono anche quelli di Montecassino, di Farfa, di San Vincenzo in Volturno, il sito di San Michele alle Chiuse, il complesso di San Vittore alle Chiuse, le abbazie di Sant’Angelo in Formis e di San Pietro al Monte a Civate. A candidare i Monasteri benedettini è stata proprio l’attenzione verso il Monachesimo quale fenomeno di portata universale: « E sull’influsso- spiega la Commissione italiana per l’Unesco - che esso ha esercitato nella vicenda storico-culturale ed insediativa europea ed è costituita da una selezione rappresentativa degli insediamenti monastici benedettini delle origini e del contesto paesaggistico nel quale sono inseriti ». Ma altro aspetto fondamentale che ha portato a questa decisione è anche la “ Regola “ per la vita comunitaria scritta da San Benedetto da Norcia: « Tale Regola ha inciso profondamente- riporta il testo della commissione nazionale - sulla formazione intellettuale dei popoli europei e sullo sviluppo del loro patrimonio artistico, dando anche vita, con i propri insediamenti, a esempi specifici di paesaggio culturale e sviluppo sostenibile ». Un riconoscimento ai monaci benedettini di aver saputo coniugare, ambiente, lavoro e preghiera. « Sin dai primi insediamenti altomedievali della penisola- spiega l’organismo nazionale dell’Unesco - infatti, si sviluppò un sistema di gestione delle risorse e di ordinamento amministrativo che lasciò impronte indelebili nei territori in cui venne sviluppandosi ». Naturalmente c’è grande soddisfazione nella comunità benedettina sublacense ma anche prudenza in attesa dell’esito finale. « E’ il riconoscimento del ruolo- dice l’abate di Subiaco Dom Mauro Meacci - che il monachesimo benedettino ha avuto nella costruzione dell’Europa e la sua strutturazione non solo spirituale ma anche culturale, darà sicuramente più visibilità ai nostri monasteri ma anche più attenzione verso i siti di Subiaco ». Dopo i vari passaggi la candidatura sarà ufficialmente trasmessa al Centro per il Patrimonio Mondiale UNESCO entro febbraio 2026.
Il Messaggero