Paura a Guidonia, manager rapinato in villa: sequestrato davanti alle figlie

Paura a Guidonia, manager rapinato in villa: sequestrato davanti alle figlie
Tutta la famiglia chiusa nella stanza della governante con due pistole puntate mentre altri cinque rapinatori in guanti e passamontagna saccheggiavano cassaforte e casa. ...

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Tutta la famiglia chiusa nella stanza della governante con due pistole puntate mentre altri cinque rapinatori in guanti e passamontagna saccheggiavano cassaforte e casa.


Sette i banditi che l'altra notte a Guidonia hanno dato l'assalto alla villa di Fabiano Valelli, proprietario del «Dubai Palace» di Settecamini, lanciato un anno fa «la più grande sala d'intrattenimento della Capitale» in stile casinò a base di eventi, lounge bar, ristorante, bingo e slot. Cinquanta minuti di terrore per l'imprenditore 46enne ora anche candidato alle primarie di centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco di Guidonia. E' stato sequestrato con le tre figlie di 13, 14 e 6 anni insieme con la compagna e la domestica.



UN FILM

L'incubo è cominciato alle 2,35 dell'altra notte, quando Valelli è entrato in auto attraverso il cancello della villa, nel cuore del quartiere di Setteville, di ritorno dalla festa per il primo «compleanno» del locale. «Ero con la mia compagna. Non eravamo nemmeno scesi dall'auto che ce li siamo trovati addosso - ha raccontato la vittima -. Un assalto vero e proprio. Si muovevano decisi e sicuri come nella scena di un film». Poi lo hanno costretto ad aprire la porta e, una volta dentro, non hanno avuto esitazioni: li hanno chiusi in stanza con la governante insieme alle figlie più grandi e alla più piccola, di appena sei anni, «che per fortuna dormiva e non si è accorta di nulla». Li tenevano sotto tiro di pistola in due, mentre altri sette hanno messo a soqquadro l'intera casa per poi costringere Valelli, colpito con una raffica di schiaffi, ad aprire la cassaforte. «Non muovetevi e dateci tutti i soldi», urlavano con un accento dell'Est Europa. Tutti con il volto nascosto sotto il passamontagna e le mani coperte da guanti. Se ne sono andati solo dopo aver ripulito, con calma, la cassaforte. Erano le 3,20.



L’ALLARME

Tre minuti dopo Fabiano Valelli ha lanciato l'allarme al 112. Il bottino con cui sono spariti i banditi era fatto essenzialmente di contanti e gioielli. Il valore è ancora da quantificare. Potrebbe superare, secondo una prima stima, anche i 70mila euro. «Molti erano ricordi di mia moglie, morta un anno e mezzo fa, e anche regali che lei aveva fatto alle figlie», ha aggiunto Valelli, che ieri chiuso in casa con i suoi cercava a fatica di riprendersi da quell'incubo. «E' stato un agguato studiato alla perfezione - aggiunge -. Mi hanno seguito, forse questo colpo lo preparavano da mesi. E' terribile solo pensarlo. E' chiaro che mi aspettavano, che sapevano che stavo arrivando a casa e da dove ero uscito poco prima. Erano nascosti in giardino e sono scattati non appena la mia auto ha attraversato il cancello». Fabiano Valelli ha rimandato di un giorno gli impegni politici, in vista delle primarie del 9 marzo che lo vedono in lizza per la candidatura a sindaco delle Città dell'Aria. «Il gesto miserabile e vigliacco - ha scritto su Facebook - di cui siamo stati oggetto, io e i miei cari, non merita commenti. Ma, nonostante tutto, continuerò a battermi per i valori in cui credo». Intanto sono partite le indagini.



Il caso è seguito dagli investigatori della compagnia di Tivoli, diretta dal capitano Emanuela Rocca. Ieri mattina sul posto hanno lavorato a lungo i militari della tenenza di Guidonia, coordinati da Salvatore Ferraro, insieme con gli uomini della Scientifica dell'Arma, a caccia di ogni traccia utile ad identificare i rapinatori. «E' drammatico pensare che oggi bisogna stare attenti anche a come ci muoviamo - ha concluso Valelli -. Una notte così non la auguro a nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero