Guidonia, quartiere in rivolta per la differenziata fatta male: «Tanto vale fare un impianto di smaltimento»

Il Comune di Guidonia, guidato dai Cinque Stelle
I cassonetti della raccolta differenziata, collocati a Guidonia, a est di Roma, fuori dai cancelli dei condomini per mancanza di spazio, diventano discariche di rifiuti,...

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I cassonetti della raccolta differenziata, collocati a Guidonia, a est di Roma, fuori dai cancelli dei condomini per mancanza di spazio, diventano discariche di rifiuti, alimentate da chi si sbarazza dell’immondizia fuori dalle regole. Succede a Setteville, quartiere della terza città del Lazio, e più di 500 famiglie sono sul piede di guerra: chiedono al Comune soluzioni che per ora non sono arrivate. L’ultimo altolà è arrivato dopo un fine settimana da incubo: i sacchetti fuori dai contenitori lungo via Carducci erano una montagna. E quando succede, ci vogliono giorni prima che si ripulisca: gli operai, trattandosi di spazztura non “selezionata” non li raccolgono durante il giro normale e si limitano a far partire richieste di bonifica. Le quali ovviamente, ai fini dello sgombreo, hanno i tempi tecnico-burocratici che si possono immaginare.


I più penalizzati (e arrabbiati) sono i residenti di via Carducci e delle strade limitrofe, a ridosso della Tiburtina. «Mi domando come si fa a parlare di raccolta differenziata di fronte allo scempio vissuto ancora una volta qualche giorno fa, un mare di sacchetti – dice Michele Venturiello, presidente dell’associazione Cittadini in Comune - Come debbono sentirsi i residenti che fanno la differenziata? Tutto sprecato, tutto mischiato: non sanno neanche dove portare i rifiuti poi. Sono stato insultato perché io ero e sono a favore dell’apertura del Tmb. Per me devono aprirlo domani mattina e portarci i rifiuti di Guidonia. O è meglio avere vere e proprie discariche lungo le strade? In questa situazione basta un qualsiasi intoppo nella raccolta o che qualche incivile butti là sacchetti neri per dare il via all’accumulo senza limiti».
Sull’utilità delle telecamere (che pure ci sono) c’è scetticismo: «Chi abbandona il sacchetto furi dai contenitori specifici – dice un residente – lo fa a piedi e quindi è di difficile identificazione. Le fototrappole sono utili quando è possibile risalire ai responsabili tramite le targhe delle auto». Una delegazione di residenti è stata ricevuta in Municipio. L’assessore all’Ambiente, Antonio Correnti, ha annunciato «una soluzione a partire dai prossimi giorni». I cassonetti attira-incivili saranno eliminati dalle strade e, visto che non c’è spazio all’interno dei cortili, per i condomini interessati sarà istituito un servizio di raccolta “personalizzato”.


«Si chiama sistema “a carretta” - dicono da Palazzo Guidoni, sede del Comune - e prevede un punto di raccolta mobile e sorvegliato che verrà istituito nella zona interessata dal problema tutte le mattine a seconda del turno di prelievo». In sostanza sarà messo in un punto prestabilito un cassone dove i residenti, dopo aver esibito la “green card” (il documento che certifica la regolare iscrizione nelle liste Tari), potranno depositare il sacchetto col materiale previsto dal programma di raccolta per quel giorno. «E’ stato fatto un sopralluogo nelle strade più problematiche da parte dei tecnici del settore Ambiente per progettare il sistema a carretta – dice la consigliera di minoranza Arianna Cacioni (Lega), che segue il caso – In quell’occasione ho chiesto che l’avvio della nuova procedura sia accompagnato da una stretta vigilanza, che tutto avvenga magari utilizzando le guardie ambientali. Ciò consentirà di poter segnalare immediatamente i problemi che possono crearsi per pianificare con altrettanta solerzia i correttivi. Questo sistema, infatti, era già stato usato nel 2016 e poi abbandonato. Ora bisogna fare in modo che funzioni senza intoppi».

 

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Il Messaggero