Una montagna di fiori bianchi e i palloncini candidi con i fili colorati lasciati andare in cielo dai bambini di Marco Simone per salutare il piccolo Valerio, rimasto vittima a...
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CHIESA GREMITA
«Ciao Semola», uno dei saluti stampati su una fascia tra un mare di rose bianche, perché in casa lo chiamavano così affettuosamente, come il personaggio del cartoon La spada nella roccia. Poche parole e tanti abbracci per Debora e Massimiliano, straziati da un dolore muto davanti alla bara bianca. «Mi hai detto Ma cosa abbiamo fatto di male nel tuo strazio immenso, Debora ha detto dall'altare don Franco Bagalà, il parroco della chiesa di Santa Maria dell'Orazione - E io ti ho risposto che avete fatto il bene più grande perché avete dato la vita a un figlio. E' umano oggi chiedere dov'è il nostro Dio. Tante volte la vita sembra un assurdo, ma arriverà la consolazione del Signore per dirci che si va via da questo mondo e si rinasce in cielo. Di fronte a queste cose amore e dolore stanno sotto la croce, là dove la Madonna è rimasta in silenzio. Che la Madonna vi porti pace e consolazione. Di questo, vi prego, non dubitate. Sono tre le parole che mi sono venute d'istinto quando ho saputo di questa immensa tragedia: dolore, amore e speranza».
L'INCIDENTE
Mercoledì sera Valerio giocava in giardino, a due passi da lui, come sempre, i suoi genitori, impegnati a sistemare il parchetto di casa per la festa di compleanno dei suoi fratellini più piccoli, che era fissata per l'indomani. E' stata una tragica fatalità a non lasciargli scampo. Erano più o meno le 20 quando è successo. Valerio stava giocando e saltava da un muretto che separa il prato dal lastricato, un'altezza di meno di un metro. Poi probabilmente ha perso l'equilibrio, l'istinto quello di aggrapparsi a un grande vaso che, pur essendo ancorato, gli è crollato addosso. Questione di una frazione di secondo e la tragedia si era consumata senza nemmeno dare il tempo di intervenire ai familiari che stavano lì e che nulla hanno potuto fare per evitarlo. E non c'è stato nulla da fare per salvare il piccolo all'ospedale Pertini dove, in una corsa disperata da Marco Simone, lo hanno portato i genitori scortati dalla Polstrada. Quel vaso pesava almeno trenta chili e il trauma cranico era troppo esteso. «Questo dramma ce lo sentiamo tatuato addosso ha detto Sergio, un papà perché poteva accadere a chiunque di noi. E' un quartiere di villini dove i nostri bimbi, specialmente in questo periodo dell'anno, corrono a giocare in giardino. E forse questa tragedia ci ha spinti tutti ad essere più guardinghi su ogni potenziale pericolo, benché si sia trattato in questo caso di una tragica fatalità». Intanto le famiglie di zona, in segno di vicinanza alla famiglia La Rocca e in ricordo del piccolo Valerio, hanno avviato una raccolta di fondi da devolvere ad associazioni che si occupano di bambini.
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Il Messaggero