Roma, Gualtieri: «Rifiuti, c’è ancora da fare ma il bilancio è ok»

Il sindaco: «In 100 giorni i primi risultati. Ora la fase 2 che ci porterà all’Anno santo»

Sindaco Gualtieri, ieri notte è stata approvata la sua prima manovra di bilancio. Perché parla di una svolta? E perché non si sono potuti rispettare i termini...

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Sindaco Gualtieri, ieri notte è stata approvata la sua prima manovra di bilancio. Perché parla di una svolta? E perché non si sono potuti rispettare i termini del 31 dicembre?


«Siamo riusciti a approvare il bilancio in tempi record, dopo soli 83 giorni dall’insediamento, nonostante il governo avesse prorogato i termini al 31 marzo tenendo conto delle elezioni. Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti a imprimere un cambio di marcia coerente con la nostra visione di città: scelte importanti come l’abbattimento delle tariffe dei nidi, il rilancio della manutenzione e della pulizia, l’aumento di risorse per sociale, Municipi, verde e mobilità».


Roberto Gualtieri ieri è stato insignito dalla fondazione Feps, quella che riunisce le famiglie europee socialiste, del titolo di “personalità progressista dell’anno”. Soprattutto, ieri, il sindaco di Roma ha incassato il via libera al primo bilancio della sua giunta. Un provvedimento, che spiega al Messaggero, avvia la Fase 2: dopo il cambio di marcia della macchina, partono i progetti per rilanciare la Capitale in vista di grandi eventi come il Giubileo. In bilancio c’è stato comunque un taglio della spesa corrente rispetto a quanto previsto dalle amministrazioni precedenti. 
«In realtà il bilancio incrementa le risorse rispetto al previsionale dell’anno precedente di 290 milioni per gli investimenti e 307 milioni per la spesa corrente. Gli altri raffronti sono impropri perché nel corso dell’anno si aggiungono le nuove risorse derivanti dall’assestamento, oltre a quelle regionali ed europee. La nostra sfida è aumentare la capacità di spesa che oggi è molto bassa e incide negativamente sui servizi per i cittadini».
In Parlamento ha lamentato che Roma, in base alla popolazione e rispetto ad altre città, è sottofinanziata di 170 milioni di euro. Come si muoverà con il governo per recuperare questi fondi?
«Quello è solo il gap di risorse che deriva dal federalismo fiscale e se si tiene conto del ruolo di Capitale e del numero effettivo di persone che gravitano su Roma la cifra è maggiore. Per questo in Parlamento ho proposto che l’ordinamento speciale per Roma Capitale si accompagni a una dotazione finanziaria adeguata sulla base di una sorta di “contratto di servizio” che favorisca un pieno adempimento delle funzioni di capitale e al tempo stesso solleciti qualità dell’azione amministrativa e dei servizi offerti alla collettività nazionale».
Come lei ha ammesso, la Capitale dopo l’operazione decoro non è ancora pulita “come meritano i romani”. Non sono mancati gli sforzi, ma ci sono ancora strade dove si accumulano rifiuti e le erbacce riempiono i marciapiedi. Che cosa manca per una svolta?
«I cittadini ci segnalano un significativo miglioramento. Ma resta molto da fare, a partire dalla riorganizzazione di Ama e dal nuovo metodo per le utenze non domestiche che gradualmente estendiamo a tutta la città per porre fine all’incredibile situazione trovata: gli esercizi commerciali si appoggiavano sui cassonetti intasandoli di cartone e altri rifiuti». 
Restando ai rifiuti, quando annuncerete il sito per la discarica di servizio inserito nel programma elettorale? E potenzierete il sistema dei termovalorizzatori?
«Siamo impegnati a definire la dotazione impiantistica necessaria alla città, valutando le più avanzate tecnologie a disposizione per arrivare entro il mandato alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Abbiamo già assegnato alcune deleghe ad Ama per partecipare ai bandi del Pnrr per finanziare di due impianti per il trattamento della frazione organica, per ampliare i centri di raccolta e realizzare tre impianti per il trattamento dei fanghi di acque reflue. Stiamo lavorando anche all’individuazione di una discarica di servizio nel territorio della Capitale. Entro un paio di mesi contiamo di presentare il piano industriale per i rifiuti completo». 
Martedì ha visto i vertici di Anas e non ha escluso una nuova collaborazione per la manutenzione. Ma quando partirà la task force per riempire le troppe buche?
«Le buche si formano perché negli anni passati la manutenzione delle strade non è stata affrontata con i necessari investimenti e interventi programmati. Con il nuovo bilancio abbiamo comunque già previsto 20 milioni di euro nel 2022 e 25 nel 2023 da destinare ad accordi quadro di manutenzione straordinaria. Il nostro obiettivo è quello di arrivare al Giubileo con una viabilità in condizioni completamente differenti da quelle attuali».


Uno dei suoi slogan in campagna elettorale era quello della “città in 15 minuti”, intesi come tempi di spostamento. Ora, ci sono certamente problemi oggettivi come le difficoltà di recuperare i pezzi di ricambio, ma è normale che in una Capitale come Roma un treno su tre della linea B non riesca a partire e che i tram viaggino in media a 20 km all’ora?
«No, non è assolutamente normale. Purtroppo abbiamo ereditato una situazione drammatica e avremo bisogno di 2-3 anni per riportare alla normalità tutte le linee del ferro. Scontiamo gravi ritardi nelle manutenzioni che non sono state effettuate. Ci siamo dovuti attivare subito per salvare la Metro A: 20 treni dei 38 circolanti sarebbero dovuti restare in deposito senza la proroga concessa dal ministero sulle mitigazioni dei convogli. Ora dobbiamo utilizzare i 425 milioni stanziati per la manutenzione delle linee metropolitane: una parte è stata già impegnata per l’acquisto di 30 treni, di cui i primi 14 arriveranno entro due anni. Quanto alla linea B, abbiamo trovato il tornio per la manutenzione dei treni rotti e questo ha causato inevitabilmente ritardi nelle riparazioni. Anche sui tram scontiamo anni di mancate manutenzioni, ma siamo riusciti a rimettere in servizio alcuni mesi prima del previsto il tram 2 e sabato riaprirà il tram 8, dopo la sostituzione dei binari. Ora abbiamo 65 milioni a disposizione per risistemare gli armamenti tranviari che ci permetteranno di restituire a Roma una qualità del ferro all’altezza di una moderna Capitale».
Fondi del Pnrr: come pensate di recuperare i ritardi ereditati sulla progettazione dei lavori?
«Stiamo partecipando a tutti i bandi disponibili e discutendo col governo per superare le storture in alcuni di essi che penalizzano le grandi città. Abbiamo istituito un nuovo dipartimento per il coordinamento progettuale e il monitoraggio delle fasi attuative, e avviato convenzioni con università, Cdp, Invitalia e Demanio per progettazione ed esecuzione. L’obiettivo è non solo attingere le risorse disponibili ma utilizzarle al meglio nel quadro di un disegno coerente di trasformazione della città».
Ieri ha visto il Ceo della Roma Berardi. Ci siamo per lo stadio?
«È stato un incontro positivo, la Roma ci ha ufficialmente comunicato la volontà di realizzare uno stadio di proprietà e abbiamo definito insieme un metodo proficuo di lavoro per arrivare al risultato».
Per concludere sindaco, è soddisfatto dei suoi primi cento giorni? E che Roma sarà dopo mille giorni dal via del suo mandato?


«Sono molto soddisfatto, come le dicevo. Abbiamo ottenuto i primi risultati concreti e soprattutto posto le basi, con un attento lavoro di semina, che ci consentiranno di realizzare trasformazioni profonde. Adesso inizia la fase 2 che appunto tra mille giorni ci porterà alle soglie del Giubileo con una città più moderna e vivibile per i romani ed i milioni di pellegrini e turisti che accoglieremo. Il sogno di una Capitale più efficiente, verde, innovativa e inclusiva può essere realizzato e noi ce la metteremo tutta».


 

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Il Messaggero